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Ulivieri: “Lite Mancini-Calcagno? Non è sempre colpa dei mister. Accadde pure a me…”

La lite tra Roberto Mancini e la giornalista Mediaset Mikaela Calcagno ha avuto parecchio seguito nei giorni successivi al derby. Molte critiche hanno colpito il tecnico interista, tra cui quelle di Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), che...

Dario Di Noi

La lite tra Roberto Mancini e la giornalista Mediaset Mikaela Calcagno ha avuto parecchio seguito nei giorni successivi al derby. Molte critiche hanno colpito il tecnico interista, tra cui quelle di Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), che attraverso ben due comunicati ha chiesto un incontro al presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, Renzo Ulivieri.

Sul caso non è arrivata una risposta ufficiale, ma tramite un articolo scritto su calciomercato.com, lo stesso Ulivieri ha dato un suo pensiero alla vicenda: "Accadde anche a me un po’ di tempo fa. Perché non si può andare d’accordo con tutti e soprattutto è impossibile raccogliere la preferenza unanime delle persone. L’importante, però, è saper mediare, trovare la giusta combinazione per poter convivere insieme agli altri. La vita di un allenatore, come quella di tanti altri lavoratori, è fitta di momenti delicati, non è mai bello sentirsi in discussione e spesso la tensione gioca brutti scherzi, fa perdere la bussola. Eravamo in sala stampa e un giovanotto di Repubblica mi chiese perché avessi fatto giocare Nervo centravanti invece che centrale. Io risposi alla sua domanda con un’altra domanda: “Lo sai quando è uscito il primo numero del tuo giornale?” Non seppe rispondere. Non so ancora perché feci così, probabilmente per una riflessione che arrivava direttamente dal recondito: una roba brutta. Può capitare, quando ti trovi di fronte ad un ragazzo giovane o ad una signora, di pensare: “ma cosa vuoi che ne capiscano questi di calcio”. Ripeto, una roba brutta. Probabilmente, mi avesse posto lo stesso quesito un collega più anziano, non avrei risposto in quel modo. Ho visto in diretta l’alterco tra Mancini e la giornalista. A volte la mancanza di risultati genera confusione, cancella la lucidità e si sfocia in cose di questo genere. Però non è sempre colpa degli allenatori, perché spesso e volentieri non si rispettano i ruoli ed il giornalista non si limita a porre la domanda, ma spesso intende scavare le coscienze, neanche fosse uno psicologo. Guardate cosa è successo a Sarri: è andato di fronte alle telecamere a chiedere scusa dopo l’episodio di Napoli in Coppa Italia. Era disarmato di fronte ai microfoni dei giornalisti, chiedeva scusa, ma tutti continuavano a fargli domande poco idonee al momento. Gli allenatori devono ritrovare la serenità di qualche anno fa. Una volta Pesaola in conferenza promise che la sua squadra avrebbe giocato la partita dell'indomani all’attacco. Poi andò a finire che non superò il centrocampo e allora, imbeccato dal giornalista che continuava a chiedergli che fine avessero fatto le promesse fatte in conferenza, rispose: “Noi avremmo voluto giocare all’attacco, ma l’avversario ci ha rubato l’idea”. Risposta geniale, che stempera i toni e lascia disarmato l’intervistatore. Altri tempi, altri modi e di certo non si può avere sempre la risposta pronta. Ci sono allenatori da sempre abituati a ricevere “carezze” dalla stampa. Non si capisce il perché, ma va così. Ma talvolta capita che la carezza si chiuda in un pugno e a quel punto genera improvvisi scompensi. Peccato, non dovrebbe mai accadere".