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Vocalelli: “Ecco perché Inzaghi ha bisogno della Coppa Italia. La rosa dell’Inter…”

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Alessandro Vocalelli è intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport in merito alla finale di Coppa Italia tra Inter e Juventus

Matteo Pifferi

Alessandro Vocalelli è intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport in merito alla finale di Coppa Italia tra Inter e Juventus.

"È tutt’altro che una Coppa banale. E non solo perché, per vederla dal punto di vista strettamente economico, vale quasi 10 milioni di euro oltre alla soddisfazione di alzarla davanti a settantamila spettatori. Oppure perché è anche il lasciapassare per la prossima Supercoppa Italiana, con tanto di prestigio ed incasso supplementare. Ma anche - e soprattutto - perché vincere un trofeo potrebbe dare un significato particolare alla stagione dei due allenatori. Allegri vuole a tutti i costi evitare il classico riferimento ai “zero titoli”; Inzaghi - in attesa di capire come finirà la volata-scudetto - ha quasi l’obbligo di far prendere aria alla bacheca. Perché è sottile, ma forse mai così ruvido, il confine di una stagione che si deciderà in una dozzina di giorni. Da domani al 22 maggio, non c’è in palio soltanto il presente dell’Inter. Ma probabilmente anche il futuro. Perché - come è naturale - i risultati orienteranno gli umori e il dibattito.

Per questo, anche per questo, la Coppa Italia può essere - per Simone Inzaghi - molto ma molto importante. Gli scenari d’altronde sono ben chiari: può ancora e addirittura far meglio di Antonio Conte, un trionfo, se riuscisse a mettere insieme scudetto e due Coppe, bissando il successo di gennaio in Supercoppa proprio contro la Juve, con la rete di Sanchez all’ultimo tuffo. Ma può anche succedere - perché in campionato il destino non è nelle sue mani - di dover consegnare il tricolore ai cugini del Milan. E in questo caso la Coppa Italia potrebbe essere, almeno, uno scoglio alla corrente di pensiero più in voga. Che l’Inter si sia, in campionato, buttata un po’ via. Potendo contare sulla rosa più completa, più forte, malgrado le dolorose partenze di Hakimi e Lukaku. Perché, se tutti hanno qualche rimpianto, in un torneo che ha riservato colpi di scena e cadute a ripetizione, l’Inter ne ha probabilmente (anzi sicuramente) di più. Perché a due giornate dal termine avrebbe potuto e forse dovuto gestire meglio le sue qualità e i suoi umori. Costruendo un cammino completamente diverso da quello accidentato, imprevedibile, che l’ha portata a dilapidare un largo vantaggio, a perdere un derby a lungo gestito che avrebbe potuto chiudere i conti con larghissimo anticipo e a fallire la classica opportunità di sistemarsi in pole position nella volata finale. Come non ripensare a quella sconfitta con il Bologna?

Discorsi che, in campionato, verranno cancellati ed annacquati di colpo se riuscirà il controsorpasso. Ma torneranno fortemente di moda se le posizioni resteranno queste di oggi. E a quel punto la Coppa Italia potrebbe, in qualche modo, pesare sul bilancio finale. Ecco perché per Inzaghi è un appuntamento, quello di domani sera all’Olimpico - lì nel “suo” stadio - particolarmente importante. Con i tifosi interisti in Curva Nord, da dove sono sempre partiti gli applausi nei suoi anni laziali. E dove Simone conta di poter festeggiare come nel 2019, quando - battendo in finale l’Atalanta - spezzò la lunga striscia di successi bianconeri. Insomma, sono tanti i motivi di una finale importante per tutti, ma per Inzaghi ancora di più. Perché l’Inter gli ha affidato un passato da custodire, un presente da valorizzare e un futuro ancora tutto da scrivere. Ma il calcio ha bisogno di conferme continue. Ecco perché Juve-Inter può essere, addirittura, più di una Grande Partita. Una Coppa, o forse no lo vedremo domani, per dare comunque un sapore diverso a questa stagione".

 

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