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Zampagna modesto: “Alleno il Macchie ma voglio il Bayern e la Champions entro il 2024”

Riccardo Zampagna è stato uno di quei giocatori che non è mai finito sui giornali di gossip, ma si è sempre impegnato al massimo per far fruttare le sue qualità, arrivando anche a giocare in Serie A, nonostante i molti anni passati tra Serie C...

Alessandro De Felice

Riccardo Zampagna è stato uno di quei giocatori che non è mai finito sui giornali di gossip, ma si è sempre impegnato al massimo per far fruttare le sue qualità, arrivando anche a giocare in Serie A, nonostante i molti anni passati tra Serie C e Dilettanti.Alla sua prima esperienza da allenatore, si ritrova con il suo Macchie, formazione umbra di Prima Categoria che milita nel girone C e che dopo 10 giornate comanda la classifica con 22 punti conquistati (7 vittorie, 1 pareggio e due sconfitte) ben 15 gol fatti ed appena 4 subiti.Zampagna crede fortemente nel suo lavoro e afferma: "Sta andando tutto oltre ogni più rosea aspettativa i ragazzi mi seguono, in allenamento come in partita. La cosa più bella però è il contorno: Macchie è un paesino arroccato sui monti a 30 km di Terni con poco più di 400 abitanti. Quasi tutti svolgono lavori umili e cacciano il cinghiale. La squadra di calcio è il vero orgoglio del paese e anche agli allenamenti c’è sempre gente che ci segue. Una volta a settimana coi dirigenti e i tifosi più fedeli ci si ritrova a mangiare il cinghiale a bordo campo. Qui si respira quell’umanità che è l’essenza del calcio vero e genuino. Questa atmosfera familiare, calda e senza pressioni è ideale per affrontare questa mia nuova grande sfida". Se il presente di Zampagna si chiama Macchie, il futuro è proiettato al Supercorso di Coverciano e al conseguimento del patentino di allenatore di prima categoria: “Ho i requisiti per partecipare e in primavera mi iscriverò di sicuro. Voglio ottenere l’abilitazione entro la prossima estate: poi mi piacerebbe trovare una squadra in serie D dove mettermi alla prova. Nel frattempo sto sforzandomi a crescere giorno dopo giorno, smussando i tratti del mio carattere impulsivo, facendo esperienza e imparando a gestire sempre meglio un gruppo di 20-22 ragazzi”. Le ambizioni però non pensiate siano basse: “Mi piacerebbe crescere passo, passo fino a guadagnarmi una chance in serie A. Magari perché no tra qualche anno mi vedrete allenare l’Atalanta. Sarebbe stupendo anche se auguro allo “zio” Colantuono, come lo chiamo affettuosamente io, di restare ancora tanti anni a Bergamo. Io ho un obiettivo: voglio vincere la Coppa dei Campioni entro il 2024 e vorrei allenare il Bayern”. Per ora si tratta solo di sogni e suggestioni però Zampagna è meglio prenderlo sul serio: “Fare l’allenatore mi piace molto, mi ci sto dedicando anima e corpo. Ho avuto tanti bravi tecnici ma non ho modelli. Ero un attaccante unico e proverò ad essere unico anche come allenatore”. Unico proprio come le sue celebri rovesciate, il tratto distintivo del centravanti tappezziere, che ha smesso i panni del “bomber degli ultrà” ed ora aspira a diventare un grande tecnico.