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Zazzaroni contro i detrattori di Zanetti: “Dite che è un bollito capo clan. Ma…”

“Per fortuna sono di più le persone che mi vogliono bene”. Javier Zanetti sa benissimo di essere amatissimo dal popolo nerazzurro e da molti avversari, ma è consapevole anche che tra loro ci sono quelli che di lui, su di lui, ne...

Eva A. Provenzano

"Per fortuna sono di più le persone che mi vogliono bene". Javier Zanetti sa benissimo di essere amatissimo dal popolo nerazzurro e da molti avversari, ma è consapevole anche che tra loro ci sono quelli che di lui, su di lui, ne hanno sempre dette di cotte e di crude, dopo ogni santa partita. E a loro è rivolto l'editoriale di Ivan Zazzaroni sul blog di GQ. Ecco cosa ha scritto il noto giornalista: 

CHI DITE SIA - "E poi scopriamo – in verità si tratta di una conferma più che di una rivelazione – che i più dispiaciuti sono quelli (interisti) che Zanetti non lo “vedevano” più da un pezzo; quelli che gli davano del bollito; quelli che a quarant’anni è meglio se lasci il posto ai giovani; e quelli che gli bastano due sgroppate dritto per dritto per prendere sei e mezzo; e quelli che non l’ho mai considerato un campione; e quelli che lo indicano come il capo dello spogliatoio insieme a Cordoba e Cambiasso; e quelli che decide l’asado; e quelli che il mercato lo fanno gli argentini; e quelli che il capitano è il cocco del presidente; e quelli che in vent’anni non ha mai avuto un infortunio perché contrasta poco; e quelli che non si spettina mai; e quelli che non ha le palle; e quelli che ha già detto che non molla ma come si fa", si legge nell'articolo.

CHI E' E BASTA - E poi Zazzaroni dice quello che sa: "Tutti discorsi sentiti e risentiti in questi diciott’anni di Pupi. A me, come a tanti milioni di appassionati interisti e non, che si sia fatto molto male Javier dispiace sul serio. Non tanto per il giocatore quanto per la figura professionale che incarna. Javier sempre disponibile, sobrio, regolare, rispettoso, sorridente; Javier che risponde anche quando non potrebbe né dovrebbe; Javier il cui telefono non è controllato; Javier che ti chiama per chiedere un piccolo favore, un po’ di spazio in tv o alla radio per la sua Fondazione; Javier che porta in giro per i campi un’idea di calciatore positiva, pulita, imitabile, sostenibile, “ecologica”. Tornerà in campo; ho fatto i conti: prima di Natale, perché una carriera come la sua non può chiudersi con una banalissima Palermo-Inter 1 a 0".