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Zeman: “Scudetti tolti ed esposti dalla Juve? Bisognerebbe intervenire, non giocare lì”

Il tecnico del Pescara è tornato a parlare dei titoli tolti a bianconeri e anche delle sue metodologie di lavoro

Andrea Della Sala

Zeman, tecnico del Pescara, ha parlato del suo metodo di lavoro, ma anche della Juve e della decisione di esporre i titoli tolti. Queste le sue parole del Corriere della Sera:

Il calcio di Zeman è attuale a livello di preparazione?

«Dicono che faccio correre troppo, è assurdo. La partita dura 90 minuti, un giocatore ha la palla per appena 3. Negli gli altri 87 che fa? Me lo devono dire gli altri».

Oggi lei è l’allenatore più anziano tra serie A e B: il suo è ancora un calcio innovativo?

«Fino a cinque anni fa dicevano che ero vent’anni avanti a tutti, me ne restano ancora 15 prima che mi raggiungano»

Le sue denunce su doping e Juventus l’hanno penalizzata?

«Il sistema era sbagliato e l’ho detto. Anche chi la pensava come me si è schierato (giustamente per loro) con il sistema. Sono stato penalizzato sicuro, ma non mi pento. Avevo offerte da Real e Barcellona, ho deciso di fare altro. France Football mi ha messo tra i 30 allenatori più importanti nella storia del calcio: mi basta»

Ha visto che Luciano Moggi ora lavora in Albania?

«È tornato in Albania, ma anche in Italia nonostante la squalifica ha a disposizione radio, giornali e televisioni. Non capisco chi lo cerca. Pensano risolva i problemi. Ma per me ha fatto fallire tanti club».

Nel suo stadio la Juventus espone scudetti che le sono stati tolti. La Figc deve intervenire? È giusto giocare lì? «Sarebbe normale intervenire, non giocare lì. Io sono uno che cerca di rispettare le regole e le decisioni degli altri, anche io sono stato squalificato per tre mesi, ho accettato».

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