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Zenga: ”Senza Lukaku Inter svantaggiata, Lautaro top. Dumfries-Theo come Brehme-Donadoni”

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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Walter Zenga ha parlato così del derby in programma oggi

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Walter Zenga ha parlato così del derby in programma oggi:

«Milano è tornata protagonista: negli ultimi anni Inter e Milan hanno vinto uno scudetto a testa, poi l’Inter ha fatto anche una finale di Europa League, ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. La città è tornata ad essere al centro del calcio italiano».

Che significato ha una partita del genere alla quinta giornata?

«Nessuno in particolare, siamo all’inizio. Più che altro c’è un incrocio curioso che riporta ai miei tempi. Stagione 1988-89, sfidammo Bayern e Milan nel giro di pochi giorni: con i tedeschi giocammo mercoledì e perdemmo 3-1 a San Siro in una partita stregata, dove prendemmo tre gol in sette minuti, Brehme si fece male, il loro portiere parò tutto. Poi nel tunnel... che rissa. La domenica arrivò il Milan: 1-0 per noi, gol di Serena di testa in tuffo. E a fine anno vincemmo lo scudetto».

Come ha visto l’Inter fin qui?

«Non ha cominciato male, ma questo è un campionato atipico: è iniziato presto e ha tante partite ravvicinate e tutte avranno alti e bassi. Già ora, nessuna squadra è ancora a punteggio pieno».

E come arriva l’Inter al derby?

«L’assenza di Lukaku pesa, poteva essere una fonte di attacco alla profondità notevole, e questo è un piccolo svantaggio per l’Inter. Romelu non si può discutere come terminale offensivo, ti dà forza e profondità: insieme a Lautaro forma una delle migliori coppie d’attacco al mondo».

A febbraio la rimonta del Milan cambiò le sorti del campionato. Pensa che possa pesare ancora quella sconfitta nella testa di Inzaghi e dei giocatori?

«Non pesa, il passato è passato, lo dice la parola stessa. Bisogna essere focalizzati sul presente e sulle situazioni del momento».

Da numero uno che ha scritto la storia, come sta vedendo Handanovic in questo primo anno con un vice “scomodo”? Pensa possa soffrire la pressione di Onana?

«Non c’è da soffrire, bisogna capire che le società fanno degli acquisti pensando anche al futuro. Handanovic ha la sua età e prima o poi dovrà smettere, quindi l’arrivo di Onana, a parametro zero, è stato un investimento molto intelligente. Samir è un portiere di rendimento, che ti dà sicurezza. Poi è chiaro che col passare degli anni si cambia, perdi un po’ di reattività ed elasticità, ma acquisti in esperienza, consapevolezza, personalità. Onana è un portiere molto reattivo, spettacolare: avrà il suo spazio a tempo debito».

Meglio la fisicità di Dzeko o la rapidità di Correa?

«Visto il percorso dello scorso anno, si può pensare che Inzaghi sceglierà Dzeko con Lautaro, perché è stata la coppia che ha giocato di più. Ma solo l’allenatore può stabilire chi è più adatto oggi».

Sarà un derby di duelli.

«Come erano i miei derby: da una parte c’era Brehme contro Donadoni, oggi c’è Dumfries contro Theo o Barella contro Tonali. Da sempre il derby è tante sfide nella stessa sfida, ma poi ogni squadra ha le sue qualità e le sue priorità che nel Milan può essere un po’ più di qualità di gioco, mentre l’Inter – pur avendo qualità – è sempre stata più fisica. Lo dice la storia: l’Inter si è legata ai giocatori argentini e tedeschi, il Milan a brasiliani e olandesi».

Il duello decisivo sarà?

«Dumfries-Theo è uno dei duelli più belli dell’intero campionato, ma mi intriga pure la sfida qualità tra De Ketelaere e Calhanoglu».

E Lautaro?

«Dieci gol nelle ultime undici di A, ha il piede caldo e speriamo – da interista – che possa mantenerlo anche nel derby. Il rigore dello scorso anno, come detto prima, fa parte del passato. I giocatori di quel livello archiviano tutto in fretta, nel bene e nel male. Ci si prepara al meglio oggi per essere pronti domani».

In chiusura, un suo ex compagno come Riccardo Ferri è rientrato con un ruolo importante.

«Sono strafelice per Riccardo che è un uomo straordinario e si merita il ruolo che oggi ha all’Inter. Come sono felice di vedere dall’altra parte Paolo Maldini, persona che ammiro e che adoro come personaggio. Maldini contro Ferri ci riporta ai vecchi Inter-Milan, con due simboli e uomini bandiera a rappresentare i club».

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