a tutto mourinho

MOU E’ IL MOMENTO DI FAR SENTIRE IL RUMORE AI NEMICI

C’era una volta il Mourinho mediatico, brillante e agguerrito. L’incantatore delle folle, il re delle conferenze stampa, il tecnico senza peli sulla lingua. Zero politicamente corretto. All’inizio erano tutti incantati. Dopo un iniziale...

Sabine Bertagna

C’era una volta il Mourinho mediatico, brillante e agguerrito. L’incantatore delle folle, il re delle conferenze stampa, il tecnico senza peli sulla lingua. Zero politicamente corretto. All’inizio erano tutti incantati. Dopo un iniziale periodo di studio i giornalisti avevano capito che lui, Mou, era l’uomo dei loro sogni. Uno che prendeva posizioni nette, che diceva quello che pensava e che ai nemici non le mandava a dire. Nell’arco della prima stagione all’Inter ha prodotto una tale quantità di dichiarazioni interessanti, che qualcuno ci ha fatto pure un libro (il vangelo secondo Mou). Da non sono un pirla ai zero tituli, passando per la prostituzione intellettuale Mou concentrava nelle sue pillole piccole perle di saggezza. E a qualcuno incominciava a dare fastidio. Giudicava i suoi colleghi e qualcuno incominciava a dire che stava esagerando. Poi, dopo uno scudetto all’Inter e una manciata di zero tituli ben distribuiti come da previsione alle altre squadre, Mou si rimette in pista e ricomincia a macinare vittorie e punti. Si parla di campionato chiuso o di campionato mai iniziato. Poi incomincia un periodo strano. L’Inter è prima, ma Mou è nervoso. In conferenza stampa perde la pazienza. Si mormora che l’Italia lo stia stancando. Arrivano la sconfitta con la Juve, un paio di pareggi e qualche avvisaglia strana. Quando c’è in campo l’Inter nessun arbitro soffre la sudditanza psicologica nei confronti dei nerazzurri. Il regolamento si applica alla lettera e anche oltre. Qualcuno si cambia i calendari a suo piacimento. Il derby e la partita con la Samp fanno andare su tutte le furie il portoghese, che viene squalificato per il famoso gesto delle manette. Il Milan beneficia di qualche aiutino anche non troppo velato. Mou, che non è scemo e lo ha capito da mesi, non ci sta a questo palese tentativo di riaprire il campionato. Dopo aver difeso strenuamente la squadra e il popolo interista gli è stato detto che bisognava abbassare i toni. ABBASSARE I TONI? E a questa ultima conferenza-capolavoro (la goccia che ha fatto traboccare il vaso nazionalista e che ha fatto insorgere il popolo italiano) si ferma l’espressione del recente pensiero mourinhiano. In Champions ha lasciato intendere che se parla e commenta gli eventi, si becca una serie infinita di squalifiche. Quindi non parla più. Questo silenzio potrebbe protrarsi fino alla fine della stagione. La logica del portoghese non fa una piega. Negare ai giornali il loro personaggio preferito, in virtù delle edizioni vendute grazie ad un gesto o a uno sbadiglio di Mou. Ora però c’è un problema. Queste ultime settimane hanno riportato l’Inter nell’occhio del ciclone. Tapiri (di chi è Striscia?), giornali scandalistici e chi più ne ha più ne metta. Riaprire questo campionato è più difficile di quanto si pensasse. Il Milan non collabora e l’Inter vince anche in inferiorità numerica. L’unico modo per seminare un po’ di zizzania è allestire una gogna mediatica ad hoc. Martellare con il caso Balotelli, nascondere gli insuccessi degli inseguitori e soprattutto destabilizzare casa Inter. Nella settimana precedente alla sfida con la Roma siamo sempre noi quelli di cui si parla. Una settimana che assomiglia un po’ a quella precedente allo scudetto vinto a Parma, quando pubblicarono le intercettazioni con il sarto della Pinetina.

Niente viene fatto a caso. Il silenzio di Mou, pur essendo una delle sue più alte forme di disprezzo mai espresse in campionato, suona a tutti come una resa. Ora gli attacchi raggiungono la loro destinazione senza fermate intermedie. Di Mou allenatore non abbiamo mai nutrito il minimo dubbio. Ora però rivogliamo anche il Mou comunicatore. Il Mou che non ha paura di attaccare per difendere i suoi uomini. Quello che si esalta sentendo il rumore dei nemici. Mou abbiamo bisogno della tua voce. Là fuori, c’è una guerra da vincere..