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Conte e il patto post Real Madrid: così è nata la nuova Inter

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La sconfitta contro i madrileni in Champions League ha segnato un punto di svolta nella stagione dei nerazzurri

Fabio Alampi

L'Inter di Antonio Conte vola sulle ali dell'entusiasmo, forte del trionfo nel derby e del primo posto in classifica. Un traguardo raggiunto dopo una stagione all'inseguimento, in cui non sono mancati i momenti di difficoltà. La svolta, secondo Tuttosport, è dovuta a un patto tra il tecnico e la squadra: "L'Inter da scudetto è nata da un faccia a faccia nello spogliatoio. Il "patto di Appiano" tra Antonio Conte e i giocatori può passare alla storia come quello estivo a Villa Bellini quando Steven Zhang riuscì a ricomporre i cocci tra allenatore e dirigenti confermando tutti in blocco. Una chiacchierata avvenuta dopo la sconfitta a San Siro con il Real Madrid, preceduta dalla vittoria in perfetto stile "Pazza Inter" contro il Torino, con la squadra che dopo 17 minuti da inizio secondo tempo si era trovata sotto di due gol per poi vincere 4-2".

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Presa di coscienza e voglia di non avere rimpianti

"Quanto accaduto tra Toro e Real aveva fatto chiaramente capire come l'Inter, inseguendo la svolta "giochista", stava buttando via l'opportunità di poter lottare per lo scudetto proprio nella stagione scelta dalla Juventus per la rifondazione dopo aver consegnato le chiavi della Continassa ad Andrea Pirlo. Conte, anche alla luce della necessità di esprimere un gioco più europeo per affrontare il girone di Champions, aveva ordinato ai suoi di alzare il pressing, il che però - una volta saltata la linea - apriva praterie agli avversari. L'Inter infatti produceva tanto (20 gol nelle prime otto giornate, media 2,6 a partita), però subiva troppo (11 le reti al passivo, media 1,62)".

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Il giorno della svolta

"La svolta si vide, netta, a Reggio Emilia quando - non va dimenticato - l'Inter aveva di fronte un Sassuolo che all'epoca dei fatti, si presentava all'appuntamento da secondo in classifica con 18 punti, tre in più dei nerazzurri. Conte mise in campo un 3-5-2 classico ma, soprattutto, l'idea di alternare momenti di aggressione all'avversario (con molta più cura nelle marcature preventive) ad altri in cui si lasciava il boccino in mano al Sassuolo per chiudersi a riccio e ripartire. Quello è stato il filo che ha guidato la svolta, pur a costo di qualche paradosso come il possesso palla extralarge dello Spezia a San Siro. L'Inter, che aveva preso gol in 7 delle prime 8 giornate (solo il Genoa era riuscito nell'impresa di non segnare i nerazzurri) ha mantenuto la porta inviolata 7 volte nelle successive 15 giornate".

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