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Eriksen, spariti i dubbi di un tempo. La crescita dell’Inter passa da lui. E Conte…

Quattro mesi fa era fuori dal progetto, oggi il danese è uno dei pilastri dell'Inter

Gianni Pampinella

Nonostante un buon primo tempo in cui ha colpito due legni, a Napoli l'Inter è andata all'intervallo sotto di un autogol di Handanovic. Nel secondo tempo i nerazzurri hanno trovato il meritato pareggio con un gran gol di Christian Eriksen. È paradossale che sia stato proprio il danese a mettere la firma su un pareggio che per l'Inter vale oro nella corsa scudetto. Paradossale perché fino a dicembre Eriksen era fuori dal progetto Inter. Adesso è uno dei pilastri della squadra di Conte, titolare inamovibile.

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"Un nuovo principe di Danimarca che in tre mesi ha capovolto il destino. All’inizio era un Amleto, spaurito e in cerca di sé, ora è un cavaliere senza paura. Un tempo la palla scottava tra i piedi, adesso Eriksen la reclama soprattutto nei momenti più difficili", sottolinea la Gazzetta dello Sport.

"In fondo, con quel tiro sinistro, l’ex Tottenham ha semplicemente confermato quale sia la specialità della casa: la capacità di calcio. Non è un caso che dal 2013-14, esordio con i bianchi del Nord di Londra, Christian ha segnato 24 reti con tiri da fuori area considerando i cinque migliori campionati europei. È il primo degli umani perché nello stesso periodo ne conta di più solo Messi: 59. Ma di questa dote nessuno ha mai davvero dubitato in casa Inter, nemmeno nei giorni più duri. Allora i dubbi non erano certo di natura balistica, ma tutti pratici: sulla personalità, sulla possibilità di adattarsi a un calcio più tattico. Ecco, a distanza di tempo quei dubbi sono stati spenti del tutto".

"In fondo, la crescita di risultati e fiducia della squadra è stata direttamente proporzionale all’uso del danese in mezzo al campo. È stato un avvicinamento reciproco per un bene superiore. Il danese ha fatto dei passi verso Conte, perfezionando l’italiano, abbandonando timidezze ed entrando definitivamente dentro ai nuovi rigidi schemi. E Conte ha ceduto un po’ dalla propria ortodossia per abbracciare il danese. Adesso entrambi viaggiano sulla stessa strada, diritta verso lo scudetto".

(Gazzetta dello Sport)

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