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ESCLUSIVA La Russa: “Suning? Non è Covid, decisione politica. Moratti non torna. InterSpac…”

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FCInter1908.it ha intervistato Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato e grande tifoso dell'Inter: il suo punto di vista su Suning e Interspac

Marco Macca

Giorni intensi, di corsa ed emozioni contrastanti. Verso un orizzonte ancora tutto da definire, verso un futuro ancora da scrivere. L'Inter vive un periodo storico assolutamente unico. Mentre sul campo la squadra di Antonio Conte si gioca scudetto e Coppa Italia, è fuori dal campo che i tifosi nerazzurri seguono con apprensione quanto sta accadendo. Perché la società, inutile negarlo, si trova in una situazione tutt'altro che rosea. La possibile cessione dell'Inter è sul tavolo ormai da settimane, tra l'offerta di BC Partners e possibili altri fondi pronti a subentrare a Suning. Il tutto, mentre sullo sfondo resta sempre l'ipotesi Interspac, la cordata di tifosi vip pronta a giocare un ruolo nel futuro nerazzurro. Per tastare il polso del popolo interista, FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva Ignazio La Russa, noto tifoso dell'Inter e vicepresidente del Senato.

Buongiorno senatore. Che giudizio dà sul momento dell'Inter?

Vedo una squadra in forma. Bisogna solo evitare di commettere altri errori stupidi come quelli fatti in Coppa Italia contro la Juventus. Se non avessimo regalato tutti quei gol, saremmo già molto più avanti, sia in Coppa che in campionato. E forse anche in Champions League. Tutte le situazioni negative non sono mai avvenute per manifesta inferiorità, ma per errori banali. Questa preoccupazione un po' c'è, e quando c'è è più facile commettere errori dello stesso tipo. Ci vuole una testa più sgombra. E, magari, qualche ricambio in più in attacco. Se guardate Juventus e Inter, scoprite che noi abbiamo solo tre attaccanti che si alternano, uno dei quali, Sanchez, ha fatto solo due gol, sbagliando un rigore decisivo. Mentre la Juventus ne ha 6 o 7 che si possono alternare lì davanti.

Suning sembra decisa a voler cedere l'Inter. Cosa ne pensa di quello che sta succedendo? L'ha sorpresa questa inversione di rotta?

Io credo che questa inversione non dipenda molto dal Covid, quanto dalla diversa impostazione data dal governo cinese. Parliamo di un governo totalitario, in cui le libertà economiche sono solo apparenti e lo abbiamo sempre saputo. In una prima fase, il governo ha deciso per un'espansione nel mondo del calcio, basti pensare agli stipendi assurdi dati a molti giocatori arrivati dall'Europa. Credo che ora, nella dinamica della grande Cina dittatoriale e comunista, sia intervenuta una modifica di obiettivi e si sia cambiata la rotta sul calcio. Anche perché, per esempio, la nazionale non è andata bene come speravano. Tutto questo comporta un diverso approccio di chi era venuto in Europa. Poi è chiaro, ci possono essere anche difficoltà economiche contingenti, ma se non ci fosse stato questo cambio di indirizzo sono convinto che le difficoltà non sarebbero state così evidenti da non poter mantenere l'investimento fatto meno di cinque anni fa (da Suning, ndr).

Vincere lo scudetto in questo contesto diventa più difficile?

L'Italia ha vinto il Mondiale nel 2006, nel momento più difficile in seguito allo scandalo di Calciopoli. Dunque, non credo. Anzi, penso che molto dipenda da come si compatta l'ambiente. A volte, in situazioni di difficoltà esterne, il gruppo può compattarsi e affrontare tutto meglio. Lì, per esempio, si nota l'importanza di avere un nucleo di giocatori italiani. Gli stranieri sono di passaggio, e quindi se avvertono dei pericoli possono distrarsi. Gli italiani, invece, possono maggiormente compattarsi.

Considerati tutti i problemi societari, quanto pensa sia importante il lavoro che sta facendo Antonio Conte?

Io sono un contiano di ferro. Difatti, quando lo scorso agosto ci fu la possibilità che andasse via, ho visto tutti gli avvoltoi, ovvero gli interisti di maniera, che tifavano perché se ne andasse. Come la storia della volpe e dell'uva. Perché tutti sanno che è un valore aggiunto. Come allenatore, ma anche come garanzia che la squadra rimanga collegata e concentrata sull'obiettivo.

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Teme che possa andare via a fine stagione viste le problematiche che si sono venute a creare?

Non credo. Non credo che Suning possa non poter rispettare i contratti che ha in corso. Sarebbe veramente strano. Se i contratti vengono mantenuti, non temo che la gente possa scappare. Ho visto che sono stati rinviati i pagamenti di alcune mensilità, ma con l'accordo dei giocatori. Se ci fosse il pericolo di non essere pagati, qualcuno potrebbe fare i propri conti. Se non si viene pagati, si ha il diritto di sganciarsi. Ma non mi sembra questo il caso.

Pensa che sia stato lasciato solo, come qualcuno ha detto?

Manca il presidente. E' il figlio del proprietario e sta dall'altra parte del mondo. Per quanto possa essere bravo e per quanto abbiamo imparato a volergli bene, è ovvio che non sia il catalizzatore della società. Ma hanno comunque scelto dirigenti molto bravi, motivati e italiani. Per cui, dire che Conte è da solo non mi sembra giusto.

Si parlato anche di InterSpac, la cordata di tifosi vip pronta a investire nella società con un presidente italiano. E' una soluzione che le farebbe piacere?

Se il presidente fosse Moratti, molto. Non mi sembra probabile come ipotesi. Ma se il presidente fosse messo lì per galleggiare e per coprire altro, non mi interesserebbe. Meglio un proprietario straniero vero che uno italiano finto. Ecco perché ho fatto il nome di Moratti: lui non sarebbe mai un presidente finto.

In una situazione come questa, farebbe prevalere il cuore, magari richiamando Moratti, o la ragione, affidandosi a un fondo d'investimento anche straniero che possa investire nel club?

Al momento non c'è l'ipotesi Moratti. E' un dilemma che non esiste. A questo punto, credo sia importante trovare qualcuno che veda nella proprietà dell'Inter non l'occasione per un investimento mordi e fuggi, ma la possibilità di investire sulla lunga e media durata. Questo è ciò che fa la differenza. Se c'è uno come Thohir che arriva e se ne va dopo due anni, no. Ma se arriva qualcuno che un'impostazione di altro genere, va bene. La Fiorentina, per esempio, ha trovato un investitore (Commisso, ndr) che è evidente che tenga alle sorti della società.

Lei è un simbolo del tifo interista. Se qualcuno la chiamasse, sarebbe disposto a dare il suo aiuto per il futuro nerazzurro?

Io sono un piccolo azionista dell'Inter. Possiedo qualche azione e dunque partecipo all'Assemblea. Se fossi chiamato a dare il mio voto, valuterei gli aspetti che ho detto prima. Non voglio un progetto di breve durata. Purtroppo, il calcio sta diventando sempre più oggetto dei fondi. Che, per loro natura, hanno un obiettivo di lucro a stretto giro di posta. C'è sempre bramosia di soldi, ma attenzione: la pentola, prima o poi, si spacca. Non può essere una rincorsa infinita ai soldi. Noi siamo tifosi per passione: se viene tradita, si fa in fretta a perderla. Come quella per una bella donna.

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