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Inter, Conte ha solo un’arma contro lo stesso nemico di Spalletti? Un dato mette i brividi

L'analisi di Fcinter1908.it dopo Hellas Verona-Inter di ieri sera

Daniele Vitiello

Luciano Spalletti non aveva torto. L'Inter, come negli ultimi anni, continua a trasfigurarsi nel girone di ritorno, vanificando gli sforzi fatti fino al giro di boa. Al termine di questa stagione magari i nerazzurri si ritroveranno in Champions League con qualche giornata d'anticipo, ma non senza aver gettato all'aria ambizioni superiori che sembravano più che legittime soltanto qualche mese fa. Colpa del famigerato 'vampiro di Appiano', che ha anche stavolta azzannato alla giugulare le speranze di un ambiente convinto che fosse arrivato il momento del grande salto. Niente prova di forza dopo la sconfitta col Bologna e ulteriori processi aperti alla ricerca di responsabilità che risultano evidenti. Il pareggio di Verona getta in una preoccupante apatia i nerazzurri e sarà compito di Conte quello di ridestare i suoi calciatori prima possibile dal torpore che potrebbe insidiare ulteriormente il finale di stagione.

MONOCORDE -Ossessiva la ricerca della palla addosso a Romelu Lukaku. Quasi stucchevole, pensando al potenziale della squadra tra campo e panchina. Eppure Antonio Conte ha messo da parte qualsiasi altra soluzione, nascondendo all'ombra dell'erculea fisicità del belga le speranze di rimonta dopo lo svantaggio iniziale. Big Rom ha fatto il suo dovere, confermandosi per atteggiamento l'attaccante che qualsiasi allenatore vorrebbe avere a disposizione. Va da sé, tuttavia, che il motivetto d'annata, ripetuto fino allo sfinimento, sia troppo poco per il repertorio che è nelle corde di questa Inter. Da uno dei migliori direttori d'orchestra è lecito aspettarsi anche altro per legittimare il cachet da capogiro.

TIRARE LE SOMME - Ancora sette partite, prima dell'Europa League che è insidia ed opportunità allo stesso tempo. Tornare ad alzare un trofeo sarebbe la molla giusta per innescare un circolo virtuoso importante. Difficile farlo con le prospettive dell'ultimo periodo, per cui è anche in quest'ottica che va alzata l'asticella nel finale di campionato. Dal punto di vista tecnico-tattico, ma prima ancora caratteriale. Sette turni per mostrare i miglioramenti che servono nella gestione di risultati e situazioni varie. Sono ben 20 i punti buttati al vento in rimonte subite dall'Inter. Questo il dato che mette i brividi pensando a quale sarebbe stata la classifica se i nerazzurri avessero resistito anche solo la metà delle volte. Ne dovranno tenere conto in viale della Liberazione quando sarà il momento di tirare le somme e fare le dovute considerazioni sul lavoro di tutti.

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