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Qualità, pazienza e Pintus: le armi dell’Inter di Conte. E c’è una grande bugia

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Le tre armi a disposizione dell'Inter in vista della volata scudetto

Gianni Pampinella

Otto vittorie consecutive, nelle ultime 20 partite sono arrivati 53 punti sui 60 disponibili. L'Inter di Antonio Conte vola e mette un buon margine tra sé e le inseguitrici. Approfittando della sconfitta interna del Milan, i nerazzurri hanno accumulato un vantaggio di 9 punti sui rossoneri. Per raccontare questa cavalcata è importante dare uno sguardo ai numeri. C'è un dato che più di altri va sottolineato: dei 65 gol fatti in campionato, 45 sono arrivati nella ripresa. Condensato in tre parole, l'Inter ha qualità, pazienza e... Pintus.

L'Inter ha acquisito quella consapevolezza che aveva ormai smarrito da tempo. La squadra di Conte è consapevole di essere forte, se il primo tempo si chiude con un pareggio, nella ripresa non cresce quell'ansia che spesso ha attanagliato la squadra facendola sbandare. È paziente la squadra di Conte, sa che prima o poi il gol arriva. Segnale di un gruppo che ha raggiunto una certa maturità che negli anni scorsi si manifestava a metà (ottimi gironi di andata, poi il crollo sistematico).

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Aver fatto quasi il 70% dei gol nella ripresa, significa anche che a livello fisico l'Inter sta benissimo. Gran parte del merito va sicuramente ad Antonio Pintus. Ribattezzato “Sergente”, Pintus è stato il braccio destro di Zinedine Zidane con cui ha vinto 3 volte la Champions League. Conte lo ha voluto a tutti i costi nel suo staff e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'Inter, insieme a Napoli e Atalanta, conta meno di dieci infortuni muscolari totali fino ad ora. Un aspetto da non sottovalutare in una stagione, soprattutto nella prima parte, dove la compressione degli impegni è stata altissima. Dice una grande bugia chi parla di Inter fortunata, in questo caso la fortuna non c'entra niente. C'entra invece la preparazione e la professionalità di uno staff che cura ogni singolo dettaglio. Nel calcio sono i dettagli che fanno la differenza.

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E poi c'è la qualità che Antonio Conte come in un grande puzzle è riuscito a inserire in questa squadra. Il primo pezzo porta il nome di Christian Eriksen. Dopo un anno tormentato il danese è diventato presto uno degli insostituibili per il tecnico. E poi c'è quell'Alexis Sanchez che è risultato decisivo a Parma, con una doppietta, e nella fondamentale vittoria contro il Torino con quell'assist al bacio per il gol di Lautaro. E non mi sentirei di trascurare il ritorno in campo di Matias Vecino, uno che nei momenti decisivi mette sempre la sua firma. D'altronde come dice Lele Adani nel "l'ultima parola nel calcio è la loro".

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