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Inter sotto assedio: referti speciali e giornalisti che fanno la morale sotto dettatura

Inter sotto assedio: referti speciali e giornalisti che fanno la morale sotto dettatura - immagine 1

L'editoriale di Alfio Musmarra: Inter assediata da sanzioni esagerate e giornalisti che scrivono dietro imbeccate precise

Alfio Musmarra

La vittoria contro la Roma è ossigeno puro per l’Inter di Inzaghi, che aveva bisogno di rialzarsi subito dopo la sconfitta nel derby. Dovremmo aprire un capitolo a parte anche sulle decisioni pittoresche del giudice sportivo che decide in base ai referti, ma anche su chi scrive i referti, sulla procura, su chi sente e vede quello che vuole vedere e sentire e chiude un occhio o forse anche due quando non vuole vedere o si tappa le orecchie quando non vuole sentire. Perché quello che avvenne in Juve-Inter nei confronti di Conte fu particolare.

Salvo poi mettere in croce il tecnico con tanto di immagini ad hoc per il dito medio. Reazione sbagliata certo, ma che ebbe maggior risalto rispetto a tutto quello che avvenne prima. Dove nessuno sentì incredibilmente nulla o quasi, o riportò solo una minima parte.

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Discorso assimilabile alla finale di Supercoppa, dove Bonucci se la cava solamente con una multa e fa nulla che le immagini siano impietose, perché alla fine la colpa era dell’interista che non doveva essere sul campo, come sottolineato da alcuni su imbeccata precisa e chirurgica.

Oggi però lo stesso discorso non vale per Theo Hernandez che nel derby dopo essere stato espulso non sarebbe dovuto essere in campo, eh no. Lì la colpa è tutta di Lautaro Martinez che si sarebbe trasformato da toro in ‘lama’ e che avrebbe, anzi ‘ha’ senza beneficio del dubbio ( secondo i ben infortmati) sputato addosso al povero Hernandez. Fa niente che il milanista avesse provocato i tifosi interisti. Questo non conta, oggi. Ma vi ricordate i fiumi di lectio magistralis che ci siamo dovuti sorbire al derby dell’andata sulle provocazioni di Calhanoglu? Ma come si fa a fare i moralisti di parte?

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Quanti professori ci hanno illustrato con dovizia di particolari sull’etica comportamentale da tenere in campo? Che poi sono gli stessi che hanno visto uno sputo inesistente dell’attaccante argentino. Quindi farci fare anche la morale no, grazie. Ed in questo senso non sono casuali le parole di Marotta che ieri nel pre partita ha parlato specificatamente di congruità delle squalifiche.

Perché che Bastoni abbia sbagliato lo diciamo forte e chiaro, ma non ha insultato nessuno. Dire alla terna ‘avete fatto schifo’ e magari ribadirlo più volte era da evitare. E non è un caso che lo stesso Marotta abbia aggiunto che ‘bisogna essere bravi a gestire i momenti di sconforto, che c’è da migliorare in questi momenti’ ed il fatto che sia andato a scusarsi di persona con gli arbitri a fine partita la dice lunga su una situazione che avremmo dovuto e potuto gestire meglio.

Perché noi quando sbagliamo sappiamo fare mea culpa e non abbiamo bisogno di maestri o professori che vengano a farci la morale, chiediamo però che lo stesso metro venga usato per tutti senza eccezioni. Perché un ‘fate schifo’ non può essere più grave di un tentativo di aggressione, perché le provocazioni al pubblico non hanno colore di maglia e perché chi deve sentire o vedere deve farlo sempre. Altrimenti diventa strumentale e poco trasparente e presterà sempre il fianco a polemiche.

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