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Inter-Suning, i motivi dell’addio: il salvataggio ‘suggerito’ di Evergrande la mazzata finale

Approfondimento di Franco Vanni in merito alla situazione economica di Suning Holdings, che paga alcune scelte operate negli ultimi anni

Redazione1908

Che il governo di Pechino abbia scoraggiato le aziende cinesi dall’investire nel calcio è ormai un dato appurato e assodato. Per Suning, evidenzia Repubblica, questa decisione ha avuto un impatto doppio. Niente più investimenti nell'Inter, niente più investimenti nel Jiangsu. Il club cinese, in particolare, sta attraversando un momento difficile ora che si avvicina la nuova stagione calcistica. Allenatore e giocatori stranieri se ne sono andati: non accettano il tetto d'ingaggio imposto dallo Stato (3 milioni di dollari lordi l'anno). 

Scrive Franco Vanni in un approfondimento relativo alla situazione economica del gruppo Suning: "Oltre alla politica, a mettere alle corde Suning Holdings è lo stress finanziario. Negli anni il gruppo, che ha il cuore degli affari nella vendita di elettrodomestici, ha rincorso un’espansione aggressiva. Ancora nel 2019 acquisiva i centri commerciali Wanda e la branca cinese di Carrefour. Ma la transizione verso l’online e il lockdown da Covid l’hanno preso in contropiede, rendendo difficilmente sostenibili i debiti. Nonostante il 60% del fatturato di Suning venga dall’e-commerce, cresciuto nei primi tre trimestri del 2020 del 18%, il fatturato complessivo è sceso del 10%, per il crollo delle vendite nei negozi fisici. Nonostante le perdite, a metà anno Zhang ha partecipato al sostegno del colosso cinese del real estate Evergrande (su suggerimento pressante del governo ndr), già indicato come possibile nuovo sponsor dell’Inter. In Borsa a Shenzhen le azioni di Suning. com sono ai minimi dal 2014, e Zhang ha bruciato in un anno il 30% del suo patrimonio. Tra l’inizio del 2019 e settembre 2020 Suning ha chiuso 2800 negozi in Cina".

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