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Inzaghi: “Derby? Niente ossessione. La salita è quasi finita. Ciclo Inter proseguirà. E Zhang…”

Inzaghi: “Derby? Niente ossessione. La salita è quasi finita. Ciclo Inter proseguirà. E Zhang…” - immagine 1
Alla vigilia della sfida col Milan, Simone Inzaghi ha parlato in conferenza stampa dal Suning Training Centre di Appiano Gentile
Marco Astori Redattore 

Domani l'Inter ha un'occasione ghiottissima in caso di vittoria nel derby: diventare campione d'Italia in casa del Milan e cucirsi sul petto scudetto e seconda stella. Alla vigilia della sfida, Simone Inzaghi ha parlato in conferenza stampa dal Suning Training Centre di Appiano Gentile. Ecco la diretta testuale qui su FcInter1908.

Quali sensazioni ha?

Il derby è sempre il derby, ci sono ottime sensazioni: abbiamo lavorato tanto, bene perché domani potrebbe essere una giornata speciale per tutta la famiglia Inter. Abbiamo ancora due allenamenti per prepararci e giocare un grande derby.


Come si sente in queste ore?

Devo essere sincero, coi ragazzi se ne è parlato di quello che stiamo facendo: un percorso magnifico quest'anno, è stata una bellissima cavalcata. Domani potrebbe essere importantissimo per tutti noi ma non la stiamo vivendo come un'ossessione: speriamo sia il grande giorno ma non è un'ossessione per nessuno. Quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto dal 13 luglio, un campionato dominato con tante insidie: la salita sta per finire, vogliamo vedere il panorama, speriamo di vederlo domani ma sappiamo cosa abbiamo fatto.

Si aspetta un derby diverso visto che vale uno scudetto?

La posta in palio è altissima ma gli ultimi cinque derby ci hanno dato grandissime gioie: domani non conteranno nulla, conterà come andremo in campo. Troveremo una squadra seconda e che gioca in casa, farà di tutto per rendercelo difficile.

Che differenza c'è tra chiuderla subito e allungare i tempi? In cosa è migliorato?

Devo solo ringraziare le persone che sono con me, i giocatori, perché stanno dando tutto, e i miei collaboratori, mi hanno aiutato tantissimo. Poi ho una grandissima società alle spalle, forte, a partire dal presidente, Marotta, Ausilio, Baccin, Ferri, Zanetti, tutte persone che amano l'Inter e sono pronte ad aiutare in ogni problematica senza mai decidere da soli ma si cerca di trovare la soluzione migliore insieme. Poi i tifosi hanno dimostrato in tutto il percorso di esserci: non dimentico nulla, Istanbul è stato un momento bellissimo ma anche brutto, o anche l'ultima giornata con la Sampdoria, sono sempre stati con noi, ci hanno asciugato le lacrime e oggi sono tantissimi qui. Andremo a salutarli, se lo meritano perché mai come quest'anno si raggiungerà il traguardo perché lavorato tutti insieme, dai giocatori a tutte le componenti. Sulle tempistiche stiamo lavorando bene e forte, in questi tre anni abbiamo sempre spinto forte: se è domani tanto meglio, ma per me e i ragazzi non è un'ossessione.

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Cosa ti rende più felice?

Le vittorie e i trofei nel calcio contano, ma io sono contento di quello che siamo riusciti a creare come sinergia insieme alla squadra, società e ai tifosi: sono tre anni che vivo a Milano dopo ventidue a Roma, dopo tre mesi i tifosi per la città facevano già i complimenti per come giocava l'Inter, indipendentemente dal posto in classifica. Per me è il più grande complimento.

Come riassumeresti umanamente questi anni?

Sono stati intensi, si è vinto tanto e si è perso, ma con il mio staff non ho mollato di un centimetro: abbiamo lavorato sempre più duro dopo le sconfitte. L'unica cosa che posso fare è lavorare sempre tanto e comunque con lo staff, ho avuto poi la fortuna di passare tre anni con grandi giocatori. Quando arriveremo al traguardo penserò a tutti i giocatori che mi hanno accompagnato: qualcuno l'abbiamo perso ma anche quello ha contribuito per fare questo campionato".

Le parole di Zhang? Quanto ti farebbe piacere continuare con questo gruppo?

Ho ascoltato stamattina, mi hanno fatto molto piacere ma non è stata una sorpresa: c'è un grande rapporto, posso solo ringraziarlo per come si è sempre comportato con me soprattutto nei momenti meno splendidi. Sono contento per lui che sia uno dei presidenti più vincenti nella storia dell'Inter, se lo merita, tiene molto al club. Per quanto riguarda il rinnovo adesso abbiamo un unico pensiero, per il resto ci sarà tempo e modo sapendo che qui sto molto bene perché ho una dirigenza e persone alle spalle molto competenti.

Il ciclo può proseguire?

E' un ciclo che deve proseguire, arrivasse questo trofeo sarebbe il sesto in tre anni: deve continuare. E' da anni che siamo nel calcio, non tutte le stagioni sono uguali. Abbiamo una dirigenza alle spalle che si sta muovendo perché possa continuare, ma il pensiero mio non è sul 2024/25 ma su questa stagione.

Le critiche a Pioli?

Per me è un grande allenatore e un'ottima persona: ci ho avuto a che fare alla Lazio, mi ha sempre dato grande disponibilità. Ha fatto un grande percorso al Milan, quale sarà il futuro non posso dirlo io, gli auguro il meglio da martedì.

Come hai visto Lautaro?

Bene, ha lavorato bene: si nutre di gol ma è concentrato. C'è stata la squalifica, non si è giocato moltissimo dal 28 febbraio: è motivato, sta molto bene.

L'esperienza all'Inter è un dono per lei?

Assolutamente sì, è stato un percorso importante: ci sono state difficoltà ma si è lavorato bene e si è andati in un'unica direzione. Bisogna continuare così al di là di questi tre anni da ricordare: mancano sei partite da fare al meglio, siamo vicini al traguardo e speriamo arrivi il prima possibile.

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Più spazio per Buchanan?

Sicuramente, tutti i giocatori domani sono a disposizione eccetto Cuadrado che ha avuto un affaticamento: martedì sarà in gruppo, volevamo fare anche qualcosa oggi. Mi spiace, nelle scorse settimane ha lavorato molto bene. Ha avuto un rallentamento di un paio di giorni. Per gli altri da qui alla fine dovranno essere bravi a meritarsi spazio ma tutti sarebbero pronti a giocare.

Che titolo darebbe ad un libro che riassume gli anni all'Inter?

Siete più bravi voi, mi è difficile: però sono contento di come abbiamo vissuto questi tre anni. E' stato bello, una grandissima unione e la felicità dei tifosi: è bello percepire quanto sia felice il tifoso, dobbiamo fare l'ultimo passo.

Ha dubbi per domani?

Qualche dubbio c'è, i ragazzi hanno lavorato benissimo: manca l'allenamento di oggi, saremo in 24. Qualche dubbio me lo porterò, speriamo di lavorare bene oggi.

Cosa darebbe in più questo traguardo alla sua carriera?

E' normale che questo trofeo mi darebbe una grande gioia per il lavoro. Da calciatore mi sono tolto soddisfazioni importanti, ho vinto parecchio con la Lazio e adesso spero di poter continuare da allenatore: mio fratello è di parte, mi ha fatto piacere. Con lui c'era una leggera differenza, io ho fatto 98 gol, lui 320: poi tecnicamente ero discreto (ride, ndr).

Voto alla stagione?

Bisogna aspettare un attimo: è un ottimo voto, aspettiamo, tra un mese saremo ancora più lucidi per farlo.

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Quanto è stato importante lo zoccolo duro italiano? 

Importantissimo perché abbiamo tanti giocatori italiani e che sono da anni qui e che tifano l'Inter: nonostante quello riescono a fare grandi prestazioni, abbiamo la fortuna di avere uno zoccolo duro italiano. Poi gli stranieri sono da tanti anni in Italia, sanno cosa vuol dire rappresentare l'Inter. Abbiamo fatto 12 acquisti e grazie ai questi vecchietti si sono adattati al meglio.

Quando ha percepito di poter vincere lo scudetto?

Le speranze c'erano dal ritiro e da come abbiamo cominciato in Giappone sotto 40 gradi, i ragazzi lavoravano molto e nel modo giusto. Il percorso è stato lungo, abbiamo avuto tante partite difficili: lo scontro diretto con la Juve per noi è stato molto importante.

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