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Inter, ora serve Marotta: vi ricordate Guardiola? E pur di parlare male di Eriksen…

L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: l'eliminazione dell'Inter dalla Coppa Italia, le critiche eccessive e una stagione ancora da vivere

Alfio Musmarra

"Siamo alla resa dei conti, nonostante ci sia ancora un’Europa League da conquistare ed un campionato da terminare. Eppure tutto è ormai scritto, chiaro, lineare. L’eliminazione dalla Coppa Italia ha sancito il fallimento di un progetto, di scelte precise, insomma una disfatta.

"Possibile? Ovviamente no, ma era palese che tutti ci aspettassero al varco,  come un condannato davanti al plotone d’esecuzione. Perché diciamocelo, avere Antonio Conte per i non tifosi dell’Inter è difficile da digerire, un po’ come aver acquistato Eriksen. Perché non ve lo diranno mai ma l’ex Spurs lo avrebbero voluto nella loro squadra ma siccome lo ha preso l’Inter bisogna puntarlo e frantumarlo.

"Ignorando il contesto, bypassando una condizione fisica non ottimale del giocatore e della squadra, in un costesto complicato perché è giusto ribadirlo, l’Inter in quel preciso momento stava attraversando una flessione oggettiva. Ma importante è demolirlo perché è così che si deve fare.

"Col Napoli tutti speravano in una sua brutta partita, pur di non parlarne bene lo si è accusato di una sbagliata marcatura sul contropiede del Napoli da cui è scaturito il gol del pari. Ma da quando il trequartista dev’essere il primo a difendere sul contropiede? L’importante però è criticare perchè, di fatto, il danese è stato il più lucido a capire l’errore della squadra cercando di andare a tamponare per  salvare un gol che neanche in terza categoria si prende in quel modo. Perché in vantaggio di un gol non si può prendere un contropiede da calcio d’angolo e al netto dei miracoli di Ospina.

Non buttare tutto alle ortiche

"Con questo non vorrei che qualcuno male interpretasse il concetto. Non va tutto bene, perché chiaramente si era nelle condizioni di passare il turno di Champions ed arrivare in finale di Coppa Italia, battendo un Napoli assolutamente abbordabile, ma non sempre dev’essere tutto buttato alle ortiche per ricominciare ogni volta da zero.

"La Coppa Italia poteva e doveva essere un obiettivo, ma da qui a parlare di stagione fallimentare ce ne corre. Ci sono sconfitte e sconfitte e da Napoli la squadra torna a casa con la delusione ma anche con la consapevolezza di avere delle idee di gioco chiare da portare avanti senza ripensamenti.

L'esempio di Guardiola per la rivoluzione

"Guardiola al primo anno al Manchester City floppa totalmente la stagione ma nessuno si sogna di metterlo in croce o di cacciarlo via. Serve pazienza per una rivoluzione culturale che parte dal basso. Non si può gettare tutto alle ortiche ogni volta, a maggior ragione in una stagione così condizionata come lo è quella di quest’anno.

"Serve fare quadrato,  stare uniti e non farsi trasportare nella tempesta dell’emotività. Servirebbe anche una società molto più presente e intransigente sotto il profilo mediatico, che sappia proteggere, sostenere, appoggiare e difendere un allenatore che non deve mai avere la sensazione di restare solo a comandare la nave nella tempesta, perché è sempre stato così negli anni.

"Troppe volte abbiamo visto il Conte di turno perdere potere nel corso dei mesi e guai a farlo anche questa volta. Beppe Marotta dovrà essere chirurgico a capire che serve un salto di qualità proprio su questo punto  per uscire da un’impasse endemica che ha finito per fagocitare il tecnico di turno in un sistema dove non sempre l’’uno per tutti e tutti per uno’  è uno slogan da sventolare , ma la regola di base.

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