È nella natura dell’Inter, club che ha fondato la propria esistenza sull’abolizione dei perimetri geografici. Molti simboli eterni di questo club parlano una lingua diversa dall’italiano e non c’è da meravigliarsi se anche Milan Skriniarsta ormai percorrendo la stessa strada. Chiedetelo agli interisti, chiedetelo a voi stessi: nella rosa attuale, in quanti, oltre Skriniar, danno la sensazione di vestire l’Inter ben oltre la propria pelle? Certo, saltano subito alla mente Barella e Bastoni, che dalla loro hanno un doppio vantaggio. Sono nati in Italia e da famiglie con chiare simpatie per i colori nerazzurri. Per Skriniar è diverso, arriva da lontano, non è stato indirizzato e in un lampo si è calato in una nuova realtà, facendola sua al punto di dare l’impressione di esserci nato.
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Skriniar l’interista: i retroscena della storia nerazzurra e la frase fatta rimangiare a Conte
Milan Skriniar è sbarcato ad Appiano Gentile nel 2017, alla prima stagione di Luciano Spalletti. E ora è pronto a legarsi ancora all'Inter
E invece Milan Skriniar è sbarcato ad Appiano Gentile nel 2017, alla prima stagione di Luciano Spalletti. Ausilio seguiva il calciatore da tempo ma voleva accertarsi che anche il tecnico nutrisse la stessa stima professionale nei confronti del ragazzo. In verità Spalletti non lo conosceva benissimo, ma a Genova aveva un amico di cui poteva fidarsi ciecamente: Marco Giampaolo. Luciano da Certaldo non esitò un solo istante e telefonò al collega per ricevere relazioni in merito a quel giovane e promettente calciatore, che in quel periodo, a Genova, era caduto vittima di qualche critica troppo aspra e frettolosa.
L'avallo di Giampaolo
Perché si sa, il calcio è pieno di persone pronte a non perdonare neanche errori di gioventù. Voci cui né Spalletti né Ausilio davano troppo peso, anche perché il resoconto di Giampaolo fu netto: Skriniar diventerà un grande difensore, ma non solo, parliamo di un ragazzo di una serietà assoluta, con doti umane di estrema rarità nel calcio odierno. E allora ogni dubbio fu azzerato in un attimo e l’Inter concluse l’operazione con la Samp pagando il calciatore circa 30 milioni di euro, ma inserendo nella trattativa il cartellino di Caprari, valutato 11 milioni di euro.
La storia tra l’Inter e Skriniar iniziò così, con l’avallo di Giampaolo. Impatto devastante fin dal ritiro di Riscone, dove diede sfoggio della sua infinita forza fisica, in marcatura e non solo. Mi impressionò in particolare nell’esercizio in cui la difesa era impegnata sull’intercetto del lancio lungo dalla trequarti, risalita e scappata. Ogni pallone intercettato da Skriniar di testa, finiva puntualmente rispedito a metà campo, come se colpito da uno spuntone di ferro. E allora in una chiamata a un collega particolarmente curioso in merito alle sensazioni offerte dai nuovi arrivati dissi proprio questo: “Credo abbia piloni di cemento armato a legare testa e collo”. Quell’anno Collezionò 38 presenze su 38, tutte da 90’.
La frase fatta rimangiare a Conte
L’arrivo di Conte ha rischiato di cambiare la storia di Skriniar. Il tecnico italiano lo ha messo in discussone e allo stesso tempo lo ha temprato, facendo emergere quel lato battagliero che Skriniar non aveva ancora assecondato. Il tecnico salentino non era particolarmente felice del difensore e pare che in una famosa riunione tecnica si rivolse così alla dirigenza: "mi avevate detto fosse un leader, ma da quando sono qui non ho ancora sentito la sua voce”. Per Conte, Skriniar, era un calciatore sul mercato e il Tottenham è stato sul punto di ingaggiarlo.
La trattativa non è mai decollata per due motivi, gli inglesi non hanno mai assecondato la richiesta nerazzurra e, soprattutto, Skriniar ha sempre rifiutato la destinazione, chiarendo come la sua priorità fosse rimanere all’Inter, nonostante Conte iniziasse a metterlo in discussione. Ferma la volontà del calciatore, che pochi mesi prima aveva liquidato il suo vecchio agente per presentarsi personalmente in sede a parlare del suo rinnovo. Senza ausilio di terze parti. Insomma, come si faceva una volta.
Iniziativa che ha colpito addetti ai lavori e tifosi, perché arrivata in un momento in cui ogni calciatore sceglie il procuratore in base all’ingaggio che gli farà guadagnare e la squadra in cui lo farà approdare. Skriniar ha seguito un altro filone, praticamente estraneo all’epoca attuale: ha lasciato l’agente ed è rimasto all’Inter, club con cui si incontrerà a marzo per affrontare per la seconda volta il tema rinnovo. Molto probabilmente ancora una volta senza procuratore. Nel frattempo qualcosa è cambiato, lui è diventato un vincente, ha lo scudetto cucito sul petto e lì dietro comanda con tutt’altra autorità. Conte è servito, a lui per diventare più forte, e agli altri per capire che Skriniar non è uno che si piange addosso, ma che reagisce alle difficoltà con la cultura del lavoro, che accresce e migliora.
Oggi è il compleanno di Milan Skriniar e sui propri canali social l’Inter gli ha fatto i migliori auguri. Il regalo potrebbero consegnarglielo tra meno di un mese, quando la dirigenza gli proporrà un contratto da 4,5 milioni a stagione per rinnovare quello in essere, con scadenza 2023. L’impressione è che non sarà questione di soldi, neanche questa volta. O forse è un’illusione, ma nel calcio, come nella vita, non bisogna mai smettere di sognare che le cose possano andare meglio e da questo punto di vista, Skriniar è sempre stato un esempio da seguire.
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