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Spalletti: “Il Milan mi ha contattato, ma l’Inter ha deciso di pagarmi per rimanere a casa. Su Conte ed Eriksen…”

Le parole agli Italian Sport Awards dell'ex allenatore dell'Inter sull'ultima stagione alla guida dei nerazzurri

Alessandro De Felice

Ospite degli Italian Sport Awards a Castellammare di Stabia, Luciano Spalletti ha parlato della sua carriera e dell'ultima stagione sulla panchina dell'Inter: "È stato un anno particolarmente intenso, una stagione per certi versi complicata. Forse è per questo che la classifica alla fine ha avuto anche più valore con il raggiungimento della Champions League".

Nel corso delGran Galà del Calcioper premiare i migliori della passata stagione, il tecnico di Certaldo ha poi aggiunto: "Se sono pronto per una nuova esperienza? Fosse stato per me non avrei mai smesso - le parole riportate da TMW -. È facile parlare del mio futuro: ho bisogno di un'altra sfida come quelle degli anni precedenti. Vengo dallo Zenit, dalla Roma e dall'Inter, dove ci si doveva rimboccare le maniche per riuscire ad emergere da situazioni complicate".

CONTATTI CON IL MILAN - "Penso che il Napoli abbia scelto bene. Gattuso è un allenatore giovane, emergente, che sta mettendo a posto le cose. Io non sono stato contattato dal Napoli. Sono stato contattato dal Milan, come sapete dopo poco che ero stato esonerato. Poi è stato deciso di pagarmi rimanendo a casa e sono rimasto a casa. Ci sono stati dei ragionamenti dove poi il finale è stato questo qui. Si prende atto delle conclusioni a cui si è arrivati. Discorso chiuso con il Milan? Sì, perché hanno scelto un altro allenatore esperto e anche abbastanza giovane, almeno in confronto a me, come Pioli".

LA LOTTA SCUDETTO - "Da spettatore, vedo un bel campionato. Sicuramente la Juventus è avvantaggiata, ma l'Inter è fortissima e ha fatto risultati importanti, mi fa piacere che abbia dato seguito al lavoro che è stato fatto negli anni precedenti. Vedo che si va a cercare sempre il confronto, ma in questo caso qui si parla in termini di risultati e di obiettivi: avevamo i nostri e li abbiamo raggiunti. L'Inter di oggi ha i suoi obiettivi ed è in corsa per raggiungerli".

DISPIACERE PER L'ADDIO ALL'INTER? - "Mi vede male? Mi guardi meglio. Sto benissimo così: loro hanno fatto le proprie scelte, io penso di aver portato il mio. È una situazione molto differente: non va messo a confronto quel periodo e questo periodo, vedere chi ha fatto bene e chi ha fatto male. C'è un lavoro di continuità e mi sembra che l'Inter lo stia portando avanti nel modo più corretto possibile. Sono in linea con quelli che devono essere i risultati derivanti da questa crescita".

SU NAINGGOLAN - "Se poteva far comodo all'Inter? Non lo so. È un calciatore fortissimo, però io faccio delle scelte quando alleno una squadra, non quando non ne sono l'allenatore".

È SEMPRE L'ALLENATORE A PAGARE? - "Non lo so. All'allenatore viene data una responsabilità importante: è un ruolo fondamentale per una squadra. Naturalmente è poi anche colui che ne paga le conseguenze. Le valutazioni si possono fare tutte, se sono cose avvenute giustamente oppure no. Ognuno ha la possibilità di giudicare quel che succede".

A CONTE PIU' MARGINE DI MANOVRA? - "No, in quel momento lì non si potevano fare cose differenti: avevamo il fair play da rispettare. E il presidente Zhang ha fatto il massimo per le possibilità che c'erano. Ora ci sono altre possibilità e sta facendo altrettanto. La cosa fondamentale è dare soddisfazioni al popolo interista".

ERIKSEN ALL'INTER COME CR7 ALLA JUVE? - "Non so, ha sicuramente qualità importanti. Ben precise. E sicuramente Conte, se è andato a prenderlo, sa che gli potrà essere utile. Come l'Inter sa che gli potrà essere utile per quelli che sono gli obiettivi da raggiungere".

DERBY -"No, non vado a vedere il derby. Ho da fare in campagna".

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