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Vieri: “Conte come Mou, Lukaku è ‘Unstoppable’. Hakimi il migliore al mondo, Vidal e Kanté…”

L'ex centravanti di Inter e Milan ha parlato ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport a tre giorni dal derby di Milano

Alessandro De Felice

In carriera vanta 13 'Derby della Madonnina', tutti giocati con l'Inter. Christian Vieri conosce benissimo la stracittadina tra i nerazzurri e il Milan. L'ex centravanti, autore di due gol contro quella squadra di cui ha vestito la maglia per sei mesi (dall'estate 2005 al gennaio 2006) ha parlato in una lunga intervista ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport della gara in programma sabato alle 18.

Si parte dal tema degli stadi vuoti: "Se ci ho mai giocato? Per fortuna mai: sicuramente il mio voto sarebbe stato fra il 3 e il 4. Io un derby così strano, così condizionato da fattori esterni, non me lo ricordo. Mancini spinge per il ritorno dei tifosi? Non credo lo pensi solo lui: il Covid e la salute vanno rispettati, ma riaprire un po’, piano piano e nel modo giusto, si può fare".

Un derby alla quarta di campionato può influenzare una stagione?

"Bello, mi piace e mi fa anche ricordare il mio esordio con l’Atletico Madrid, contro il Real. Ma alla domanda rispondo: no, zero".

Inter-Milan si può sintetizzare anche così: esperienza contro gioventù. Cosa può pesare di più?

"Ci vuole un po’ di entrambe le cose, ed entrambe le squadre in realtà le mescolano. All’Inter gente come Nainggolan e Vidal farà bene, ma si è aggiunta anche la freschezza di Hakimi. Il Milan è giovane, ma ha un numero uno, il “vecchio” Ibra: ribadisco, farà più di venti gol".

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Da centravanti: meglio i cross di Hakimi o di Theo Hernandez?

"Fortissimi tutti e due, la foto della qualità che sta tornando anche all’Inter e al Milan, non solo sulle fasce. Però Hakimi in questo momento è il miglior esterno destro del mondo: devastante".

Da futuro allenatore (forse...): per una partita secca mette in porta Handanovic o Donnarumma?

"Faccio due bigliettini, ci scrivo i loro nomi, mi bendo e tiro su. Chi scelgo, scelgo: non sbaglio comunque".

Da difensore (che non è stato): avrebbe più paura di Lukaku o di Ibrahimovic?

"Non dormirei comunque tranquillo. Lukaku è “Unstoppable”, il treno del film con Denzel Washington: una forza della natura. Gli dai cinquanta metri di campo e lui ti sbrana, palla addosso il difensore non riesce ad anticiparlo mai. Ibrahimovic è l’esperienza che non ha eguali e racchiude tutto: tecnica, visione di gioco, il suo segnare, il far segnare e pure far giocare bene la sua squadra, perché alza il livello di qualità di tutti".

Cosa rivede di suo in Lukaku?

Ibrahimovic giocherà il derby dopo più di due settimane di isolamento per il Covid: un handicap?

"Avrà sfondato il tapis roulant tutti i giorni... Uno che dice che il Covid ha avuto una brutta idea a sfidarlo, mentalmente è più forte di tutti: il derby lo gioca con la sigaretta in bocca, fidatevi".

Ha mai pensato che Conte avrebbe lasciato l’Inter?

"No e comunque sarebbe stato un grande errore. Antonio è uno che chiede tanto, ma dà tanto: in pochi sanno cambiare una squadra in pochi mesi come lui. E ora ha l’Inter per vincere il campionato, sicuramente per giocarsela".

Ma quando era il suo capitano martellava così tanto?

"Fascia o non fascia, da dietro rompeva le palle. Sentivi in continuazione: “Vai, vai, sali a pressare, vai a prenderli”. Lo ascoltate in tv? In questo non è cambiato di una virgola".

A quando il suo prossimo sfogo?

"Antonio è così, se lo prendi sai chi prendi: se vuoi un pupazzo scegli un pupazzo, e si sa chi sono; se vuoi Mourinho o Conte, li prendi, sai che avrai un allenatore di personalità e, però, poi non ti devi meravigliare se ogni tanto sbotta. Quando prendevi Vieri era lo stesso: sapevi che io non sarei stato zitto".

Conte vuole anche un’Inter più bella: ci crede?

"Non conosco un allenatore che vuole vincere giocando da schifo: per giocare bene serve la qualità, adesso l’Inter ce l’ha. Però, occhio: giocare bene con una grande o una piccola squadra non è la stessa cosa, si vivono due pressioni completamente diverse".

Ma questa è un’Inter da trequartista o no?

"Per me quel sistema di gioco è sempre un punto interrogativo. Conte deve andare avanti ascoltando solo se stesso, i giocatori li vede lui tutti i giorni, mica noi: sa quando, e soprattutto se, giocare con un trequartista".

Kanté sarebbe stato così importante per l’Inter?

"Nel suo ruolo è il numero uno al mondo: un giocatore che da solo tiene in mano gli equilibri di una squadra. Ma non è arrivato...".

Perché Conte ha voluto così fortemente Vidal?

"Qualità, personalità, esperienza: lo ha già avuto e sa quello che gli può dare. E ricorderei che arriva dal Barcellona...".

Nainggolan, Eriksen, forse Brozovic: troppi giocatori non titolari 'ingombranti'?

"Le faccio cinque nomi in attacco: Vieri, Ronaldo, Baggio, Zamorano, Recoba. Tutti insieme, ma nessuno si sentiva ingombrante: alle grandi squadre per vincere servono tanti giocatori importanti. E tanta pazienza. Se vai all’Inter devi mettere in conto un rischio: forse non giocherai".

Azzardiamo: Inter da scudetto e Milan da Champions League?

"Inter da scudetto sì, Milan da Champions è dura. Ma nel calcio non si sa mai".

Non un salto indietro di 17 anni abbondanti: ha mai pensato a come sarebbe potuta cambiare non la sua carriera ma la sua bacheca se avesse potuto giocare quel “famoso” derby in semifinale di Champions del 2003 e dunque fosse finita in un altro modo?

"A volte nel calcio vinci e non si sa perché, a volte perdi e non si sa perché: dunque, è inutile pensarci".

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