La più grande emozione da tifoso?
«Io a Madrid dopo la finale di Champions del 2010 che abbraccio persone mai viste prima urlando: “Forse Milito è Dio”. Ero anche un po’ ubriaco, lo ammetto. È stato un momento di gioia folle e di grande liberazione per noi interisti, quello che sembrava impossibile in un anno era diventato realtà. Sono attimi che non scordi».
Quindi sarà un “mourinhano” in eterno per riconoscenza?
«Interista in eterno e riconoscente verso Mourinho. Come disse il buon Prisco, io ho servito sempre e solo l’Inter, lo stesso fanno i tifosi che poi amano chiunque abbia cura della loro squadra».
L’Inter di oggi le piace?
«I risultati sono abbastanza evidenti, negli ultimi anni abbiamo fatto grandi cose. Siamo molto soddisfatti. Poi si sa, il tifoso è portato a chiedere sempre di più...».
La Champions?
«C’è un problema sulla linea telefonica, sento male... Ho capito qualcosa che inizia per C, ma non mi è chiaro».
Messaggio ricevuto, passiamo ai giocatori del cuore?
«Uno è Lothar Matthäus, l’altro Nicolino Berti, che è l’interismo. Tra quelli di oggi dico Barella e Dimarco, con cui c’è un amore reciproco».
Vi conoscete?
«Dice di essere un mio fan, quindi ogni tanto ci mandiamo messaggi per interposta persona. Non ci siamo mai visti, una volta però abbiamo fatto una videochiamata. Io comunque mi vanto di essere suo amico... Lui poi ha una storia di interismo perfetta, quasi cinematografica. Ecco, se mi chiedete se c’è una storia di sport che vorrei portare sullo schermo direi quella di Federico Dimarco: il modo in cui si è messo in discussione, quel suo andare via per poi rientrare dalla porta principale... Tutto bellissimo e sempre più raro nel calcio di oggi. Teniamocelo stretto».
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