Dove sta ancora crescendo?
—“Può lavorare magari sull’aggressività e sulla marcatura, ma non è che sia un giocatore che non sappia marcare, anzi. Lo fa, però non è un giocatore alla Mascherano, per dire. E’ più un centrocampista di costruzione come dicevo”.
E Mateo Silvetti?
—“Può giocare esterno, sia a destra che a sinistra. Può giocare anche come trequartista o seconda punta, è un giocatore molto potente, ha un tiro molto buono con entrambi i piedi. E mi ha colpito il fatto che non gli sia pesato affatto il salto dalle giovanili alla Primera Division, nonostante abbia 18 anni, in un momento non facilissimo per la squadra. Ha grande personalità. Si adatterebbe molto rapidamente all’Italia per il suo carattere e la sua fame”.
Sia Silvetti che Perez come li vedrebbe nel calcio italiano?
—“Si possono adattare bene al calcio italiano. Ma bisogna comprendere il fatto che parliamo di ragazzi giovani, che hanno iniziato da poco ad affermarsi nella prima squadra del Newell’s Old Boys. Ma penso che completeranno bene e senza problemi l’ultima tappa di formazione prima di giocare fra i grandi. Dovranno adattarsi al cambio di Paese, calcio, vita. Hanno entrambi un grande futuro”.
(SportItalia)
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