Inter senza Calha e Mkhitaryan, Bologna senza Lucumi.
«Calha per me non si sostituisce: ma ovviamente la crescita definitiva di Asslani passa da questi momenti. Lucumi e Beukema sono complementari e hanno raggiunto una grande intesa anche comunicativa e di scelte. Vedo favorito Casale, deve ritrovare fiducia».
La qualità che l’Inter deve tornare ad esaltare?
«Deve chiudere le partite con lo stesso cinismo con cui lo faceva nella scorsa stagione. Senza menzionare la Supercoppa, anche il palo di Busio poteva “rovinare” una gara non chiusa».
Il Bologna oggi ha un’identità ben definita: Italiano incide.
«È solida, ha identità tattica, ha personalità in campo e secondo me è “in credito” di punti fin qui, ne ha lasciati diversi per strada: 4-5 in più li meritava, e guardate dove sarebbe ora…».
Castro assomiglia a Lautaro?
«Sì, ha qualcosa che me lo ricorda: la rapidità nel girarsi, come incoccia il pallone frustando l’anca in maniera balisticamente simile. E poi come il Toro da giovane non molla un pallone».
Chi non toglierebbe mai?
«Thuram all’Inter. E Ferguson, centrocampista moderno».
Racconti un aneddoto di lei giovane difensore del Bologna contro l’Inter.
«Una delle partite più importanti giocate nelle giovanili rossoblu: Giovanissimi nazionali classe 76’ (la classe di Totti , Nesta , Di Vaio, per capirci) girone semifinale raggruppamento Nord: a Casteldebole, Bologna- Inter fu tiratissima, perdemmo 0-1 con un gol spettacolare di Gonnella, giocammo benissimo ma uscimmo fra gli applausi. Allenatore, Carlo Regno, in tribuna c’erano Tazio Roversi , Sandro Tiberi , Bulgarelli , il mitico Villa: che storia che ha il Bologna».
E una sfida allenando l’Inter?
«La tiratissima partita di Coppa Italia a San Siro contro il Bologna di Diamanti e Gilardino, Pioli allenatore. Vincemmo ai supplementari».
Torniamo all’oggi: per quale delle due squadre peserebbe di più una sconfitta?
«Non ci sono dubbi che un’eventuale sconfitta avrebbe un peso maggiore per l’Inter. Ma se vuoi vincere in Italia… sono tutte finali. Il futuro è nelle sue mani».
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