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Alvarez: “Inter, sarò il tuo Pastore. La tattica italiana? E’ la qualità  che conta”

E’ il grande protagonista, in questo momento, in Argentina. C’è grande curiosità intorno a Ricky Alvarez nella Seleccion. Dopo un campionato strepitoso con il Velez, Alvarez è approdato in una big europea e ora ci si aspetta da lui...

Daniele Mari

E' il grande protagonista, in questo momento, in Argentina. C'è grande curiosità intorno a Ricky Alvarez nella Seleccion. Dopo un campionato strepitoso con il Velez, Alvarez è approdato in una big europea e ora ci si aspetta da lui la consacrazione, dopo la prima convocazione in nazionale:

"Sto vivendo un'esperienza completamente nuova. E' tutto bellissimo qui. Cerco di vivere ogni minuto come se fosse unico e cercando di apprendere dai grandi campioni che ci sono qui". Ha debuttato così Ricky Maravilla, in un'altra intervista rilasciata nel ritiro della Nazionale, che FcInter1908.it vi riporta, in anteprima, integralmente:

Come ti è cambiata la vita nell'ultimo anno?

"E' stato incredibile. Uno lotta per raggiungere questi livelli e mi piacerebbe dimostrare che posso continuare a questi livelli, che posso essere utile alla Nazionale e all'Inter. Per questo devo mantenere i piedi per terra e guadagnarmi la fiducia dei miei compagni e dell'allenatore".

Quando hai acquisito coscienza del fatto che il tuo sogno di arrivare in Nazionale era possibile?

"Quando mi hanno chiamato per dirmi che ero convocato. Non ci potevo credere. Uno, quando diventa professionista, sa che deve affermarsi nel suo club perché il ct lo convochi, però la verità è che questo mi ha accaduto senza quasi che me ne accorgessi".

Per chi sarà la tua prima maglietta dell'Argentina?

"Per Jorge, il padre del mio amico Sebastian Dib. E' stato lui a dirmi sei anni fa che sarei arrivato in nazionale e mi fece fare una promessa: la prima maglietta l'avrei dovuta regalare a lui. Questo è successo sei anni fa a Paternal, il mio quartiere".

Da allora quante volte ti hanno ricordato della promessa?

"Tutto il tempo. Ci siamo scambiati messaggi con il computer con il mio amico. A lui racconto tutto. Delle differenze che vedo tra questo paese e il nostro, degli allenamenti, dello stadio, dell'hotel. In definitiva sto vivendo un sogno indimenticabile".

Per Sabella, c'è una tipologia di giocatore che si sta perdendo, giocatori tipo Gallardo, Aima, Riquelme, Veron. Tu in che categoria ti inserisci?

"Credo di poter giocare in varie posizioni. Nel calcio attuale bisogna adattarsi e per questo non so se c'è un ruolo ben preciso che mi caratterizzi. Posso giocare in diverse posizioni e su entrambe le fasce. Dove il tecnico mi chiede di giocare e mi ritiene utile, io giocherò. Questa è la mia sfida professionale".

Si dice che i giocatori tecnici non possano trionfare in un calcio tattico come quello italiano. Che ne pensi?

"Devo ammettere che i primi allenamenti con l'Inter sono stati duri, mi dicevano di passare di più la palla. Ora, con il tempo, ho capito che in Italia la tattica è molto importante, ma in qualsiasi campionato sono sempre i buoni giocatori che fanno la differenza. E il miglior esempio è quello che ha fatto Pastore la scorsa stagione. Spero di poter vivere un anno come il suo".

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