Francesco Bardi, portiere dell'Inter in prestito al Livorno, ha parlato alla Gazzetta dello Sport di queste prime settimane in amaranto, proiettandosi inevitabilmente anche sull'Inter:
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BARDI: “Handa troppo continuo, dovevo giocare. Inter è sogno. E Mazzarri…”
Francesco Bardi, portiere dell’Inter in prestito al Livorno, ha parlato alla Gazzetta dello Sport di queste prime settimane in amaranto, proiettandosi inevitabilmente anche sull’Inter: Mazzarri sarebbe in realtà di San Vincenzo, non...
Mazzarri sarebbe in realtà di San Vincenzo, non è che lo include per accattivarselo?
"Credo che l’Inter, proprietaria del mio cartellino, abbia grande fiducia in me a prescindere. Poi i risultati ottenuti in carriera dall’allenatore parlano da sé, è un tecnico completo con cui spero, in futuro, di condividere un percorso di successi. L’Inter è e sarà un sogno, ora però penso solo al Livorno".
A proposito, è dei livornesi la capacità di avere la risposta pronta? Lei tempo fa è stato chiaro: 'Il secondo ad Handanovic non lo faccio'.
"È semplicemente un portiere che ha grandissima continuità, che lascia pochissimi spazi. Livorno mi dava la possibilità di giocare, oltre a offrirmi l’onore di tornare a difendere la porta della squadra della mia città".
Ok, ma ha chiaro che da Livorno dovrà presto ristaccarsi?
"Un anno a Novara per ora mi è bastato... Ma almeno ho imparato a cucinare, l’essenziale eh, a pulire un po’, diciamo il minimo per una sopravvivenza dignitosa. Facevo qualcosa anche per riempire le giornate, sono un livornese atipico in questo, sono riservato e mi piace stare da solo. I compagni mi chiamavano 'Steccio', un diminutivo affettuoso per un toscanaccio come me. Qui invece, a Livorno, ho la mia famiglia, vivo in casa con loro. Cioè, avrei anche una sistemazione tutta per me, ma coccolato dai genitori è tutta un’altra cosa. Sono figlio unico, alla famiglia devo tutto, e mi piacerebbe averla sempre con me, anche se non sarà possibile. Coi miei sto benissimo, se vuol dire essere bamboccioni, allora sì, di certo lo sono".
Per altri versi è andato via di corsa: esordio in A, col Livorno, a 18 anni, miglior portiere al Viareggio nel 2011 con la Primavera interista, miglior numero uno di B a Novara, vicecampione d’Europa con l’Under. Se a 21 anni dovesse fare un primo bilancio della carriera?
"Direi che ho capito presto che il lavoro paga. E che ogni traguardo è un punto di partenza e mai un arrivo".
Vale anche per l’Under dove è uno dei quattro superstiti del gruppo dell’Europeo?
"Chiaro, c’è la stessa grande voglia di prima. Abbiamo dimostrato di poter competere coi migliori del continente. Ma è come non aver fatto nulla. Da qui si riparte, dobbiamo continuare a impegnarci al massimo. Magari altrove hanno più coraggio coi ragazzi, quello sì. Della Spagna campione mi ha impressionato proprio la consapevolezza, avevamo avversari che giocavano con naturalezza e tranquillità. Parlo di portieri ora, diciamo almeno che qui c’è una buona base: Colombi, Leali, Pigliacelli, Perin, c’è l’imbarazzo della scelta...".
Preparatore dei portieri, in Under, è un ex nerazzurro, Toldo. Ha già chiesto qualche suggerimento?
"Mai parlato di Inter. Ora c’è solo Livorno".
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