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Lo stage è finito, Barella si è preso l’Inter. In guerra per Conte, sotto la pelle i suoi comandamenti

Il centrocampista dell'Inter dopo il periodo di adattamento ha conquistato tutti, a partire dal tecnico nerazzurro

Andrea Della Sala

Dopo un rapido stage, Nicolò Barella si sta prendendo di diritto un posto nell'Inter di Conte. Il centrocampista è arrivato in estate con tante ambizioni e si sta dimostrando un acquisto importante per il club nerazzurro.

"La miccia si è accesa con quel gol in mezzo a una selva di gambe che ha raddrizzato la prima di Champions al minuto 92’. Era il 17 settembre e fino ad allora Nicolò Barella non era entrato completamente nella macchina Inter. La preparazione iniziata tardi per gli impegni azzurri, il peso - forse - di essere il protagonista della telenovela con il Cagliari chiusa pagando un bel tesoro da 45 milioni di euro, le parole di Conte che lo tenevano ancora lontano dal suo credo. Poi quel gol, per uno che di professione non ha certo la carta d’identità da bomber, ha cambiato improvvisamente lo scenario.

E Nicolò da Cagliari, atterrato nel mondo nerazzurro con 100 partite di A in rossoblù nel curriculum, ha tolto il tappo e ha iniziato a far vedere le bollicine. Prendendo minuti giorno dopo giorno e diventando davvero un soldato di Conte. Che oggi, non certo per le poche alternative in mezzo, lo considera un pezzo indispensabile del suo puzzle", si legge su La Gazzetta dello Sport.

NUMERI - "Dopo il jolly al debutto Champions contro lo Slavia Praga, infatti, il centrocampista ha rifiatato solo con la Samp (giocando gli ultimi 25’). Per il resto sempre titolare, senza tremare nemmeno davanti agli 80mila del Camp Nou, con le ultime 5 in campo per tutto il match. «Per Conte ammazzerei», ha detto Nicolò prima della Juve. E c’è da credergli visto quello che riesce a fare".

CONTE - "E il rapporto di fiducia è più che reciproco: l’allenatore conosceva bene le qualità del sardo ma vederlo già pronto per giocare in una big è stata una sorpresa, così come è successo con Sensi. Perché è capace di moltiplicarsi, di giocare come se fosse in guerra, di non arrendersi mai, di prendersi le responsabilità anche quando i compagni stentano a fare un passo in avanti. Un giocatore totale, insomma, che a 22 anni si è preso l’Inter come un veterano e i comandamenti di Conte adesso li sente sotto la pelle", spiega La Gazzetta.

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