Un bel giorno l'attuale direttore de "il Giornale", Alessandro Sallusti, mi fa: "Vai da Feltri, ci sono belle notizie". Mi dirigo dall'allora n° 1 di "Libero" tremante come l'ultima foglia sopravvissuta all'autunno. Io: "Dica direttore". Lui: "Abbiamo deciso di assumerti, ma non è per niente una bella notizia". Io: "E perché?". Lui: "Da oggi puoi solo peggiorare. Ti siederai. Smetterai di avere fame". Mi congeda, ringrazio, la sera festeggio. Fin troppo se ben ricordo.L'inutile aneddoto ha due scopi: 1) Far sapere a tutti che mi ha assunto Feltri (deve essere uno che se ne intende quello lì...). 2) Provare a spiegare quel che sta pericolosamente accadendo in casa Inter.Quaranta giorni fa i nerazzurri erano disperati: qualche collega parlava di stagione disgraziata, di società destinata alla prima, storica, retrocessione in serie B. Quando ti ritrovi in siffatta melma può succedere che ti lasci affogare nel guano, oppure tiri fuori i maroni. L'Inter ha scelto la seconda. Il merito è un po' di tutti, sicuramente di mister Ranieri: lui si che aveva e ha "fame". Ha ottenuto risultati e, suo malgrado, ha creato un'illusione nella testa di Moratti: questa squadra va bene così. Come il sottoscritto, ottenuto il contratto, s'è illuso di essere il nuovo Montanelli, così il patron, conquistato dal ruolino di marcia del sor Claudio, s'è sentito in diritto di annunciare ai quattro venti: "In questa sessione prenderemo solo giovani". Tradotto: siam forti così, chi me lo fa fare di cacciare altri quattrini?Ma la verità è più amara di quel che pensa il generoso patron: l'Inter che vince, ancora non convince, e se la vecchia guardia corre come un treno non è detto che reggerà tutta la stagione. Logica vuole che a febbraio, quando ricomincerà la Champions, questa squadra ritroverà tutti i problemi emersi lo scorso autunno. A quel punto Ranieri guarderà la sua panchina e non troverà i due centrocampisti di quantità di cui avrebbe bisogno, né l'esterno alto (magari mancino) che gli garantirebbe un po' di velocità in più.Dice l'illuso: "Ma il Morattone sta puntando Tevez e se non lo prende lui chi lo acchiappa più?". La sensazione, netta, è che l'argentino all'Inter non verrà mai: non è convinto lui (che ancora spera di raggiungere Milanello), non è convinto il City (che pretende più dei 27 milioni offerti), a guardar bene non sono convinti neppure Moratti e Ranieri, appagati dai risultati ottenuti nell'ultimo mese.E in effetti sembra proprio che questo sia il campionato del "gioco al ribasso", dominato dalla seguente legge non scritta: "Io non faccio mercato perché tanto con quel poco che ho posso comunque stare in cima alla classifica. E così anche il Milan - che pure problemi ne ha - sembra poter fare a meno dei pezzi di ricambio. Bel guaio: il derby perso con i cugini dimostra che i rossoneri hanno un centrocampo che non regge il confronto con quelli delle big europee. Galliani non lo ammetterà mai ma è ancora concentrato su Tevez e probabilmente alla fine la spunterà: "faccia d'angelo" vestirà il rossonero in uno degli ultimi giorni di mercato. A gratis? Col cavolo. Gli sceicchi se ce ne fosse ancora bisogno hanno fatto capire che senza quattrini Carletto non va da nessuna parte. E allora ecco che si dipinge l'intrigante scenario: il Milan si becca Tevez subito e "promette" uno dei suoi gioielli per giugno. Già, ma chi? Pato? Figuriamoci, il brasiliano "spuntato" dopo la promessa di Berlusconi è inamovibile. Robinho? Macché, proprio gli sceicchi lo liquidarono un paio di stagioni fa. Resta Ibra lo svedese... Vuoi vedere che proprio lui lascerà Milano? Una cosa è certa: chi vuole il bel Carlos deve pagare o promettere.Siam sempre lì in definitiva: tutti cercano il colpo gratuito perché di soldi non ce ne sono, ma accà nisciun' è fesso. Questo - l'abbiamo scritto 15 giorni fa - è il mercato delle banane e più che a irrigare il proprio orticello si pensa a far rinsecchire quello degli altri.Il discorso è un po' diverso per madama Juventus, che qualche spiccio da spendere lo avrebbe anche ma solo per quel difensore centrale che non si trova neanche se muniti di Luminol. In più Marotta non ha ancora iniziato il repulisti indispensabile per dare il là alle compere. Toni, Iaquinta, Amauri, Motta, Grosso, Elia, Krasic, Pazienza, Sorensen sono ancora tutti lì. E mancano solo 14 giorni alla chiusura del baraccone. E' ora di darsi una mossa, oppure no: tanto nessuno combina niente... Che barba...
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Biasin: “Inter, vittoria nel derby scusa per non fare mercato. E per Tevez…”
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