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Botta: “Milito e Kovacic impressionanti. Io ora spero che…”

‘Quando mi hanno detto che l’Inter mi cercava non potevo crederci e quando sono arrivato qui è stato tutto cosi veloce. Avevo parlato con l’Inter prima dell’infortunio, non c’era ancora nessun accordo scritto però...

Daniele Mari

'Quando mi hanno detto che l'Inter mi cercava non potevo crederci e quando sono arrivato qui è stato tutto cosi veloce. Avevo parlato con l'Inter prima dell'infortunio, non c'era ancora nessun accordo scritto però la Società ha mantenuto la parola in ogni caso. Walter Samuel e Javier Zanetti sono stati i compagni che mi hanno Più aiutato ad ambientarmi. Loro sono due grandi persone, che hanno vinto tanto, ma oltre al campo sono delle grandissime persone anche fuori". Continua così il racconto di Ruben Botta durante la puntata di "InterNOS" in onda in questi minuti su di Inter Channel.

L'attaccante nerazzurro spiega anche il perchè della scelta del numero 20: "E' un numero che mi piace e che non era occupato. Era il numero di Recoba? Si lo so, si tratta di un giocatore dal quale posso solo imprarare. Cosi come posso imparare tutti i giorni da tutti i miei compagni sia un attaccante, un difensore o un centrocampista. Milito e Kovacic sono i giocatori che mi hanno più sorpreso quando li ho visti allenare insieme a me la prima volta". Proprio a proposito del centrocampista croato, Botta spiega: "Mi ha impressionato la velocità con la quale salta il primo uomo, è rapidissimo, è cosi veloce nel farlo che è difficilissimo da marcare. Icardi e Palacio fanno tanto movimento, soprattutto Rodrigo mi piace molto perchè si muove bene in campo e sceglie sempre di fare la cosa giusta. Icardi ha il fisico giusto, salta tanto in alto e noi dobbiamo essere pronti a raccogliere i suoi palloni e a ribadirli in rete".

Parlando poi del calcio italiano: "E' molto tattico e dopo che fai un gol trovi molti giocatori di fronte a te pronti a difendere e così è difficile continuare a fare gioco. E' un calcio che ti insegna a giocare e dopo puoi farlo in qualunque altro modo. Il mio ruolo? A me piace giocare sempre dietro a un attaccante, a sinistra o a destra è uguale. Ho giocato anche come centrocampista", continua Ruben che parla poi del finale di stagione della sua squadra: "E' chiaro che arrivare in Europa è l'obiettivo che abbiamo tutti, ma sappiamo che mancano delle partite difficili. Con il gruppo che abbiamo si può arrivare, ma dobbiamo fare meglio di quanto fatto nelle ultime partite".

Anche per Ruben Botta non manca il "botta e risposta" targato Inter Channel.

Se non avessi fatto il calciatore?

'Mi sarebbe piaciuto lavorare con mio nonno. E' un meccanico. Mi piaceva tantissimo andare a vedere il suo lavoro'.

Il compagno con il quale hai legato di più?

'Con un ragazzo che gioca nel San Paulo, Marcelo Cañete. E' mio amico da quando eravamo nelle giovanili nel Boca, squadra della quale sono tifoso'.

Hai paura di volare?

'No'

Che cosa è per te la passione?

'E sentire qualcosa dentro, qualcosa che nasce dentro. Per esempio, quando da piccolo andavo allo stadio, sentivo la passione".

Hai qualcosa da dire ai giornalisti?

'Non saprei. Posso solo dire grazie per come mi hanno trattato dai primi giorni'

Il tuo punto debole?

'La timidezza".

Punto di forza?

'La pazienza. Tutto arriva, serve solo tempo. Il calcio non è una carriera di velocità, ma di resistenza'.

Sei scaramantico?

'Sono credente, no".

Chi è il numero uno al mondo?

'Maradona. Tra i giocatori ancora in attività dico Messi'

Che pensi quando ti svegli la mattina?

'A dormire dieci minuti di più...(ndr, sorride)".

Come finisce quest'anno?

'Quest' anno penso solo a giocare e spero che l'Inter possa arrivare in Europa".