Esistono realtà immaginarie, appese a fili paralleli, costruite in maniera così perfetta da non riuscire a distinguerle e districarle da ciò che immaginario non è. Esistono pazienti e scrupolosi costruttori che di queste suggestioni hanno fatto il loro abile mestiere. Stasera questo mondo fantastico nel quale una numerosa parte di persone dimorava ormai da tempo, quasi fosse maledettamente reale, è rovinato fragorosamente al suolo. Moggi, Bergamo, Mazzini sono stati condannati per associazione a delinquere, Pairetto, De Santis, i Della Valle, Lotito per frode sportiva. Più grave di qualsiasi sentenza sportiva. Una sentenza che li ribattezza come malavitosi. Mafiosi. Non se l'aspettavano. No, davvero. Negli ultimi anni avevano sbobinato chilometri di nastri alla ricerca dei veri colpevoli. Loro si limitavano a fare ciò che tutti facevano. Sarà mica una colpa, questa? E ogni giorno arrivava la minaccia della telefonata che avrebbe finalmente portato la verità su questa triste terra. Già.
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Calciopoli. Tutto vero!
Esistono realtà immaginarie, appese a fili paralleli, costruite in maniera così perfetta da non riuscire a distinguerle e districarle da ciò che immaginario non è. Esistono pazienti e scrupolosi costruttori che di queste suggestioni hanno...
E invece no. L'impianto accusatorio ha sgretolato tutte quelle insinuazioni ignobili che da qualche tempo a questa parte avevano preso voce e corpo con una forza sempre maggiore. Da timidi gossip a operazione spazzatura, come l'ha definita il pm Capuano. Non c'è niente di clamoroso in questa sentenza, anche se l'euforia ci ha spiazzato come in pochi altri momenti. Avevano convinto anche noi. Che a trionfare sarebbero stati loro. Siamo alla sentenza di primo grado, è vero. Ma la pesantezza di queste condanne, per Moggi un irrisorio sconto di 4 mesi su un totale di 5 anni e 8 mesi, ha un sapore innegabilmente amaro per chi vorrà ancora una volta ribaltare la realtà in favore di un nuovo mondo parallelo. Dicevamo che non c'è niente di clamoroso nell'evidenza delle colpe dei condannati. La condanna per associazione a delinquere comminata a Giraudo, Dondarini e Lanese non era mica nata per caso. Un'associazione è fatta di numerosi attori. Tutto torna, prima o poi.
L'errore della difesa è stato quello di non ammettere le proprie mancanze. Un perfetto autogol. Lo ha fatto notare anche Bergamo contestando la linea difensiva di Moggi, quasi a volergli borbottare guarda in che guaio ci siamo cacciati. I loro visi tradiscono il colpo subito, Penta promette nuove intercettazioni, ma non c'è convinzione. Solo stanchezza. Mentre Giraudo ha abbracciato la strada del low-profile e del silenzio, Moggi si è esposto in ogni sede, continuando di fatto a lavorare come un comunissimo addetto ai lavori. Di recente Della Valle aveva invitato Moratti a sedersi ad un tavolo per discutere di chissà quali nuove verità su calciopoli. Aveva comprato alcune pagine di importanti quotidiani nazionali per invitare i politici a vergognarsi. Da che pulpito. Stasera per i Della Valle è stata emessa una sentenza di 1 anno e tre mesi. Forse la discussione al tavolo dovremo rimandarla. Anomalie tutte italiane, queste. Da stasera un po' meno anomale.
C'è spazio per altri colpi di scena. Mentre scorrono come sui tabelloni dell'ultimo giorno di scuola i nomi dei condannati e degli assolti la società bianconera ripudia per la seconda volta l'ex-dirigente bianconero sottolineando l'estraneità dei bianconeri alle vicende del processo. All'occorrenza il lavoro di Nicola Penta era tornato utile per dare in pasto ai tifosi insoddisfatti bocconi golosi. Ora improvvisamente non c'è più niente che li leghi. La sentenza di 5 anni e 4 mesi ha scavato un improvviso fossato sulle rive del quale Andrea Agnelli si muove a suo piacimento. Come se non fosse stata una giornata sufficientemente movimentata arriva la notizia del rigetto da parte della Uefa dell'esposto della Juventus. Adesso che la giustizia ordinaria ha emesso il suo verdetto immaginiamo che organi come il Tnas e la Federazione si sentano più liberi di fare le loro scelte congelate in attesa di qualcuno che decidesse per loro. Era tutto vero. La cupola esisteva, l'associazione a delinquere c'era, qualcuno ne traeva dei forti benefici. Come ha fatto notare il pm Narducci bisognerà aprire una discussione sull'informazione italiana, che ha toccato con questa vicenda picchi di mistificazione imbarazzante. Ma questo è un altro capitolo, che riapriremo da domani. Oggi no. Oggi c'è spazio solo per questo. La sentenza perfetta in una giornata senza sbavature. E qualcuno lassù, avrà finalmente sorriso...
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