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Cambiasso: “Bisogna onorare se stessi e la maglia. Le analisi si fanno alla fine”

“Dopo tanto tempo, una settimana lunga per lavorare e curare i dettagli, ma anche una settimana con un purtroppo, perché avrei, avremmo, preferito giocare”. La riconosciuta onestà intellettuale di Esteban Cambiasso è riassunta in...

Daniele Vitiello

"Dopo tanto tempo, una settimana lunga per lavorare e curare i dettagli, ma anche una settimana con un purtroppo, perché avrei, avremmo, preferito giocare". La riconosciuta onestà intellettuale di Esteban Cambiasso è riassunta in questa frase, dettata al microfono di Antonio Bartolomucci, nell'intervista realizzata per "Studio Sport", in onda proprio in questi minuti. Il centrocampista argentino, prossimo alla 300^ presenza ufficiale da professionista in Italia (ma, conoscendolo, preferisce contare i trofei vinti... ), è soddisfatto dei giorni d'allenamenti intensi che, in assenza di impegni, ha svolto l'Inter al centro sportivo "Angelo Moratti". Al tempo stesso, però, riassunta in quel "purtroppo", c'è l'amarezza per non essere più protagonisti in Uefa Champions League. Tant'è che, interrogato su Real Madrid-Barca, Cambiasso svicola, come un gatto intelligente che non vuole fare il protagonista con le storie altrui: "Non ho visto bene, chiaramente la situazione per il Real adesso non è facile, ma restano novanta minuti".

Cambiasso, al solito, è attento e preciso dentro le cose nerazzurre, ovvero le sue. Dice, per esempio, che l'Inter "è in piena ripresa; in quindici giorni, dopo una lunga rincorsa, abbiamo preso due colpi forti, ma siamo poi andati a vincere la semifinale d'andata di Coppa Italia a Roma e abbiamo vinto in campionato contro la Lazio, una gara difficile in partenza e ancora più difficile, per gli eventi, in campo. Ora - aggiunge - dobbiamo continuare sino al termine, senza fare troppi conti con la classifica, pur consapevoli che entrare nei primi tre posti è importante per noi e per la società, per programmare e lavorare meglio, ben sapendo che facendo bene in campionato si prepara al meglio anche la Coppa Italia, dove siamo vivi e nel vivo della competizione". L'andamento di una stagione non condiziona una filosofia, di vita e non solo di calcio: "Bisogna sempre onorare se stessi e, onorando se stessi, si onora la maglia". In ogni situazione, al di là dell'andamento di una stagione: "Così come sottolineavo che abbiamo vinto tutto un anno fa per tanti motivi, e non solo per uno, così ribadisco che bisogna analizzare mille aspetti per capire se l'Inter quest'anno ha avuto qualche difetto in più, ma non è ancora arrivato il momento, le analisi si fanno al termine di una stagione e la nostra non è ancora finita. Certo, si è parlato di stanchezza, e questo è abbastanza naturale, siamo la squadra che nella passata stagione ha giocato di più e che, dovendo disputare due Supercoppe in agosto, è partita prima delle altre, sapendo anche di essere attesa, a dicembre, dal Mondiale, appuntamenti che tolgono sicuramente energie. Ma, ripeto, non si può affermare che la stagione dell'Inter è stata così solo per questo motivo. Bisogna analizzare i dettagli, le singole situazioni, però non è oggi il giorno".