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Capello: “Zaniolo? A Roma non hanno capito. Ecco cosa volevo dire ad Esposito”

Fabio Capello torna sulla polemica relativa a Zaniolo: "Non era un giudizio, era un suggerimento a un giocatore di non sbagliare"

Redazione1908

Fabio Capello si giustifica. Dopo la sua frase a Esposito ("non prendere la strada di Zaniolo"), l'ex tecnico giallorosso ha spiegato la sua posizione: "A Roma hanno preso male mia frase? Non hanno assolutamente capito cosa volevo dire. Sono felice che Nicolò abbia segnato, mi dispiace solo che l'abbia fatto al Milan", ha dichiarato Capello.

La spiegazione

"Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo. A Roma è facile che interpretino con tutte le radio e i giornali. Non era un giudizio, era un suggerimento a un giocatore di non sbagliare. Come successo a Zaniolo e Kean quando Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 per dargli un segnale perchè avevano sbagliato''.

Il messaggio a Esposito

"Ho voluto parlare a Esposito, un giocatore giovane, di diciassette anni, che gioca in Champions con l'Inter eche ha intorno persone che possono caricarlo di responsabilità. Quando ti adulano in questo modo può succedere di perdere un po' la testa. Per questo ho fatto l'esempio di Zaniolo e Kean in Nazionale. Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 perché avevano sbagliato e voleva mandar loro un segnale, come a dire: 'Se vi comportate così la vostra strada sarà più ardua e più difficile. Quindi cercate di riprendervi'.

Il mio non era un giudizio di valore, ma un semplice suggerimento a un giocatore di non sbagliare anche lui. Mancini poi non li convocò e tutti applaudimmo la scelta del ct, perché era giusto dare un segnale forte. Io mi sono sentito di dare questo consiglio a un giovane calciatore come Esposito, come padre, come nonno e come allenatore, di non commettere questi errori. E allora è successo il finimondo perché tutti pensavano che gli volessi consigliare di non andare a Roma.

Fra l'altro reputo Zaniolo il più grande talento che c'è in questo momento in Italia: qualità, forza, tecnica e visione di gioco. Ce l'hanno in pochissimi. Quando arriva poi ai 20 metri può essere letale nel calciare in porta. E' un talento".

(Corriere dello Sport)

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