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Capitan Zanetti: “Se segno torno a piedi da Abu Dhabi”

Primavera del 1998. Al Parco dei Principi di Parigi l’Inter trionfa con un 3 a 0 che schianta il cuore dei tifosi nerazzurri e porta a Milano l’ultima Coppa Uefa della storia. Non era ancora capitano Javier Zanetti e quella sera segnò...

Eva A. Provenzano

Primavera del 1998. Al Parco dei Principi di Parigi l'Inter trionfa con un 3 a 0 che schianta il cuore dei tifosi nerazzurri e porta a Milano l'ultima Coppa Uefa della storia. Non era ancora capitano Javier Zanetti e quella sera segnò il secondo gol della partita, dopo una rete di Zamorano, prima del gol segnato da Ronaldo. Del gol del fenomeno non tutti si ricordano, quello di Saverio invece nessuno lo ha mai dimenticato e molti sognano la replica. 

Sono passati 10 anni da allora. Il ragazzino che portava le scarpe in un sacchetto della spesa è diventato grande, ha fatto centinaia e centinaia di chilometri con la maglia nerazzurra sulle spalle. E un giorno ha deciso di mettere la fascia di capitano sul braccio e di portarsi, come una tartaruga, il peso imprescindibile dell'essere interista sulle spalle e nel cuore.

Per tutti noi e per l'uomo che tira il gruppo, che non si spettina mai, che fa una bella smorfia grande così quando a Madrid gli consegnano la Uefa Champions League e lui non si domanda che faccia fare. "The man, the legend" titolano sulla rivista ufficiale del Fifa Club World Cup Uae 2010 parlando del nostro caro Saverio. Un uomo e una leggenda, appunto, che vive insieme noi e che, se gli chiedi che cosa potrebbe fare in cambio di un gol decisivo per questa coppa, l'ultima ufficiale del 2010 interista, risponde con la naturalezza del vicino di casa, del turista per caso, dell'ultimo dei tifosi nerazzurri: "Torno a piedi".

Ma che cosa saranno mai più di 5mila chilometri - in volo - per Zanetti che avrà anni luce di metri nelle scarpe? Se lo chiede anche Andrea Paventi, giornalista di Sky Sport, che intervista il capitano sulla terrazza dell'hotel che ospita, qui ad Abu Dhabi, il ritiro nerazzurro. Sole e mare, ma no turismo grazie. "Il clima dentro l'Inter - spiega Saverio - è buono, siamo al completo o quasi, manca soprattutto Walter Samuel, che meriterebbe moltissimo di essere qui con noi, ma credo che Benitez avrà la possibilità di scelta, credo che in questi giorni stia raccogliendo delle risposte importanti da tutti noi".

"Abbiamo una gran voglia di dimostrare in campo tutto il nostro orgoglio interista - prosegue Zanetti -. Da capitano posso dire che il gruppo è consapevole dell'importanza dell'appuntamento, possiamo aggiungere qualcosa di grande a una grande storia, la storia dell'Inter". E ancora: "Quando ci ha salutato, prima della partenza per Abu Dhabi, il presidente ci ha ricordato quanto, lui e quindi i tifosi, ci tengono a questo Mondiale per club. Con il suo papà, Massimo Moratti ha vinto la prima Coppa Intercontinentale della storia del calcio italiano. Lui ci tiene, i tifosi ci tengono, noi ci teniamo".

A differenza del 1964, e poi anche del '65, qui si gioca un vero e proprio torneo, non è più soltanto Europa contro Sudamerica, andata e ritorno, magari una 'bella' (a Madrid). Tant'è che i primi avversari dell'Inter arrivano dall'Asia, Corea del Sud: Seongnam Ilhwa Chunma F.C., per la precisione. Appunta il capitano: "Un avversario da rispettare. Abbiamo già iniziato a conoscerlo. Corrono e sono veloci nelle ripartenze. Ma noi, con tutte le nostre qualità, con l'organico quasi al completo, sapremo farci rispettare".

L'Italia è (per ora) lontana. "Avremmo voluto concludere meglio l'anno solare sia in campionato che in Uefa Champions League, sarebbero bastati due pareggi e avremmo letto o sentito cose diverse, ma è andata come è andata, credo che le ultime due sconfitte possano persino darci anche qualcosa in più sotto l'aspetto emozionale in questo Mondiale. Comunque, in Europa siamo agli ottavi, il primo obiettivo stagionale per il torneo continentale dunque è stato centrato, e ora procediamo passo dopo passo. Adesso, per noi, per l'Inter, c'è il Mondiale per club. Per quanto riguarda il campionato, è un discorso che riapriremo a gennaio. Chi adesso è davanti sicuramente merita di essere lì, però la strada è lunga, spesso ricca di sorprese, dipenderà come sempre tutto da noi". Infatti, secondo Saverio, c'è un solo uomo che potrà essere decisivo nelle due partite che aspettano l'Inter, qui ad Abu Dhabi. È un uomo che ne include tanti: "È il gruppo".

Come in quella notte, 12 anni e un po' di mesi fa: Parigi mia cara, un gol, Zanetti.