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Cerruti: “Ranieri pagherà  per colpe non solo sue”

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerrutti, da ormai per scontato l’esonero di Claudio Ranieri e non risparmia critiche nei confronti della società nerazzurra: “L’orgoglio non basta. L’Inter, che si era...

Riccardo Fusato

Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Alberto Cerrutti, da ormai per scontato l'esonero di Claudio Ranieri e non risparmia critiche nei confronti della società nerazzurra:

"L’orgoglio non basta. L’Inter, che si era illusa di avvicinarsi a Juve e Milan con sette vittorie consecutive, continua la sua via crucis nellastazione di Napoli, dove perde la quinta partita di fila, settima nelle ultime otto, tra Coppa Italia, campionato e Champions. Il tunnel della crisi sembra infinito, senza lo spiraglio di luce invocato da Ranieri, che le prova tutte, nella ripresa persino la difesa a tre di Gasperini, per fermare la pericolosa retromarcia dalle ultime disperate speranze di agganciare il terzo posto, o almeno il quinto per consolarsi in Europa League. Il bivio del San Paolo valeva doppio anche per questo, perché sarebbe bastato il primo 0-0 della gestione Ranieri per tenere a portata di sorpasso il Napoli, e la Roma sconfitta a Bergamo, anche se Udinese e Lazio, che hanno già 9 punti in più, sembrano ormai irraggiungibili per i nerazzurri. E meno male che il Palermo non ha vinto a Siena, altrimenti l’Inter oggi sarebbe ottava, altroche terza, bendata come una mummia nelle sue strisce di 5 sconfitte senza segnare mai, e di 9 gare in cui ha sempre incassato almeno un gol. Numeri da brivido che rimettono impietosamente a nudo i peccati estivi e invernali della società, incapace di dareprima a Gasperini e poi a Ranieri rinforzi adeguati. Anzi, nel caso di Ranieri, capace di cedere Thiago Motta, che il tecnico voleva trattenere, prendendo al suo posto Palombo, titolare soltanto in panchina e Guarin titolare in infermeria, mentre Muntari è andato a rinforzare il Milan. Ma se non si vogliono fare dolorosi confronti con i vicini di casa, basta farli con il Napoli che non dimostra la stessa fame con cui ha azzannato il Chelsea, ma mette sotto l’Inter, resistendo anche in dieci nel finale dopo l’espulsione di Aronica. E lo fa stravincendo a centrocampo, dove nessuno nota l’assenza dello squalificato Hamsik, perché Mazzarri ai titolari già forti dell’anno scorso può aggiungere due veri rinforzi: Inler e soprattutto Dzemaili, che fa la differenza in occasione del gol partita del solito Lavezzi. Non è il caso, quindi, di ricordare che nemmeno Mancini e Mourinho, i tecnici degli ultimi scudetti, erano riusciti a vincere a Napoli, perché non c’entra né la scaramanzia, né la storiella del campo stregato. Se Cambiasso non ce la fa a rincorrere Inler, mentre due anni fa sarebbe successo il contrario, significa che la benzina è finita. E lo stesso discorso vale per Stankovic, uscito stremato per far posto all’acerbo Poli. Con o senza Sneijder, rimpianto quando non c’è, criticato quando c’è, con il rombo o il quadrilatero, l’Inter ormai fa scena muta ovunque e comunque. Con la sfortuna di Marsiglia, o con l’orgoglioso affanno finale di ieri sera. E allora è facile pensare che, comeal solito, pagherà Ranieri, al quale non si può certo rimproverare di essere stato cocciuto nelle sue scelte, semmai di avere confuso le idee a giocatori che già si confondono da soli. Se sarà così, vuol dire che 3 non è soltanto il numero perfetto della tripletta di Mourinho, ma è anche il numero maledetto della difesa scelta da Gasperini e improvvisata da Ranieri. E in ogni caso in bocca al lupo a chi guideràl’Inter domenica prossima contro il Catania. Perché non basta cambiare la panchina perrivedere la luce."