Fcinter1908.it vi ha raccontato in diretta da Sondrio la conferenza stampa di Massimo Moratti intervenuto in un incontro da titolo 'Il gioco del calcio'. Insieme al presidente, al tavolo dei relatori, c'era Ivan Ramiro Cordoba. Vi riproponiamo il suo racconto del calcio e quello che si rivelato un amore incondizionato per i colori nerazzurri.
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Cordoba: “Cuper ci ha insegnato a fare gruppo. Vi racconto quando Zanetti…”
Fcinter1908.it vi ha raccontato in diretta da Sondrio la conferenza stampa di Massimo Moratti intervenuto in un incontro da titolo ‘Il gioco del calcio’. Insieme al presidente, al tavolo dei relatori, c’era Ivan Ramiro Cordoba....
"Secondo me quello che caratterizza il gioco del calcio è la passione. Io mi allenavo in campi piccolissimi. Quando sono stato scartato perché ero troppo piccolo, l'anno dopo sono andato a giocare in una squadra molto più importante perché mi aveva chiamato l'Under23 della Colombia. Poi l'allenatore mi ha richiamato e mi ha fatto giocare con lui, non avevo senso di rivincita, era come dimostrare a me stesso che anche se ero piccolo nella mia vita, con forza, avrei fatto sempre quello che volevo. Da lì ho cercato di andare avanti, di superare i miei limiti. E forse anche così che sono arrivato all'Inter", ha spiegato.
RACCONTI NERAZZURRI - Poi il difensore, definito da Moratti: 'Una delle persone migliori mai passate all'Inter', descrive i momenti complicati e le meritate vittorie. "Anche nei momenti più difficili noi abbiamo continuato a lavorare e a fare del nostro meglio. Zanetti è per me un punto di riferimento, lo sarà sempre, mi tranquillizzava: 'Stiamo lavorando bene, arriveranno i risultati, il premio', mi diceva. Sinceramente non ci credevo, ma ho continuato insieme a lui a lavorare come avevo imparato da bambino e perché ho avuto la grande fortuna di giocare per l'Inter dove hai tutto a disposizione e non puoi far altro che pensare agli obiettivi. Così è cresciuto il nostro carattere: viene dall'era Cuper, lui ci ha insegnato a fare gruppo e quella era la strada da fare, allora l'abbiamo capito: se fossimo diventati una corazza, saremmo diventati una squadra. Siamo felici di essere arrivati dove siamo, ma abbiamo ancora tanta fame. Non vedo l'ora di ricominciare ad allenarmi con i miei compagni e di vedere come si fa a stare in un nuovo schema. Voglio aiutarli a raggiungere quelli che sono i nostri obiettivi... Abbiamo dato tanta gioia alla gente e questo è un onore per me. Ringrazio l'Inter e il presidente di aver realizzato un sogno: essere in questa squadra lo è e sono pronto a tutto per difenderlo, neanche la panchina mi dispiacerà fare perché quando uno è interista per davvero non smette mai di esserlo. E' proprio difficile che a me venga in mente di trasferirmi altrove..."
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