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Crosetti: “Moratti vittima del lutto per Mou. Stramaccioni? Occhio al caso Mangia…”

Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica, analizza il momento caotico dell’Inter, che dopo l’addio di Mourinho ha cambiato cinque allenatori in meno di due anni: “In fuga da se stesso per qualche vincente e dunque anomala...

Daniele Mari

Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica, analizza il momento caotico dell'Inter, che dopo l'addio di Mourinho ha cambiato cinque allenatori in meno di due anni: "In fuga da se stesso per qualche vincente e dunque anomala stagione, il cavaliere errante Moratti è ritornato dentro la sua identità naturale. Stringendosi la mano e, forse, facendosi i complimenti a vicenda, Massimo & Moratti ridiventano una cosa sola e ricominciano a cacciare allenatori dopo averli sbagliati: ne ha cambiati cinque in ventuno mesi, un record. Via Ranieri, un bravo diavolo che non vince mai. Via come Benitez, come Gasperini. Chiunque meglio di lui, chiunque meglio di loro, è il messaggio di Moratti: altrimenti non avrebbe chiamato l'allenatore della Primavera.

Di nuovo perdente e confuso, di nuovo ondivago, di nuovo scisso, Massimo Moratti. Dopo pranzo dice che terrà Ranieri, dopo cena lo licenzia. Come una specie di Zamparini dei ricchi, Moratti riprende a divorare quelli che lavorano sulla sua panchina, gente segnata dal precariato a prescindere, altro che articolo 18. Il cannibale Moratti sbrana di nuovo i propri figli, le sconfitte lo trasformano in un conte Ugolino. Orfano a vita di Mourinho, che l'aveva sconvolto con l'ebbrezza delle vittorie, ogni passo successivo è stata una mancata elaborazione del lutto. Mou che manda sms ai giocatori, Mou che abbraccia Materazzi nel parcheggio dell'hotel, in visita pastorale, Mou che telefona a Leonardo, Mou che forse sconsiglia Villas-Boas. Il fantasma del portoghese ha paralizzato i centri nervosi del presidente, andato poi alla caccia impossibile di un clone, insoddisfatto di tutti. E i suoi allenatori hanno respirato quest'atmosfera di disistima, tirando a campare.Persino l'imperdonabile vecchiaia della squadra e gli errori sul mercato non hanno attenuato il vuoto in panchina: come se lì si sedesse sempre un'ombra, un condannato, un "non Mourinho". Colpa non emendabile.

Come tutti i prigionieri del passato, Moratti si getta dentro il futuro a occhi bendati. Invece di assistere a Juve-Inter va a Londra ad ammirare i ragazzi nerazzurri che vincono un torneo inedito, si invaghisce dello sconosciuto Stramaccioni (proprio come Zamparini con Mangia, poi mangiato) e lo promuove sulla panchina che troppo spesso diventa un loculo. Adesso, sarà un miracolo se Stramaccioni non stramazza".