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E’ un altro Stramashow: “Da uno a dieci voglio restare undici. E la mascella di Naga…”

“Ora magari i giovani allenatori fanno due interviste spavalde e superano la gavetta. Lo dico senza generalizzare“. Non sappiamo se queste parole di Gasperini si riferiscono in qualche modo all’attuale allenatore...

Eva A. Provenzano

"Ora magari i giovani allenatori fanno due interviste spavalde e superano la gavetta. Lo dico senza generalizzare". Non sappiamo se queste parole di Gasperini si riferiscono in qualche modo all'attuale allenatore dell'Inter. Ma c'è da aggiungere che spesso la spavalderia deve essere considerata 'carattere'. Andrea Stramaccioni, magari non ha fatto la gavetta nelle squadre minori, è passato dalla Primavera alla prima squadra per una follia di Massimo Moratti, ma nessuno - proprio nessuno - può discutere che il suo modo di essere e di fare sono stati per quest'anno davvero complicato una manna dal cielo nerazzurro.

Perché è un momento no anche quando è finita o quasi la speranza di arrivare in Champions e hai un derby alle porte che potrebbe anche non avere un senso. Il giovane allenatore però di indietreggiare proprio non ci pensa e ancora una volta - come fa da quando è arrivato il primo giorno - regala titoli e siparietti divertenti ai giornalisti. Questo suo non prendersi sul serio, ma credere nel suo lavoro prima di tutto, hanno fatto in modo che il mister si guadagnasse la stima dell'ambiente interista che a lui non può proprio rimproverare nulla. Anzi, ci ha messo il coraggio, la faccia.

In sala stampa è un altro show, pure oggi. E non c'è niente di costruito, è un modo di fare naturale. E si vede, si percepisce. Non c'è ombra di pesantezza, le domande dure non attaccano. Comincia con il dialetto milanese. Gli chiedono: "Juve o Milan?". E risponde come il presidente gli ha insegnato: "L'è istess. Visto mi sto ad applicà, sto imparando la lingua". Potrebbe magari servigli ancora in futuro. Poi racconta un aneddoto su Zanetti: "Gli ho detto 'Dai che all'Olimpico ci servi'. Si è immobilizzato un attimo, mi ha guardato malissimo. E' stato divertente e questo vi dice quanto ci tiene a giocare il derby". Javier, se l'ha sentito, avrà riso di se stesso. I suoi campioni lui li racconta così, li rende più umani, li avvicina alla gente.

Scherza pure sul suo capo. "Moratti mi dà la formazione. Ecco il foglietto ed è grande perché ci 'so pure i cambi". E non manca il solito siparietto su Nagatomo: "Se ha la faccia ancora gonfia? No, rido perché lo prendiamo in giro. Lui la faccia gonfia ce l'ha già di suo...". Ad oggi non sappiamo cosa sarà davvero del suo futuro, sappiamo che se qualcuno riesce a rendere l'aria del derby più leggera e respirabile del normale, e in un momento così, allora vuol dire che si merita tutto il meglio possibile. "Quando sogno di restare da uno a dieci? Undici, è ovvio. Ho realizzato il sogno di arrivare qui e mi piacerebbe un sacco rimanere". Il messaggio sarà arrivato ai piani alti, sarà difficile fare una scelta (o forse non è così complicato). Intanto pure i più scettici adesso hanno qualche dubbio. Tutta colpa dell'insostenibile leggerezza di Strama