E' Martins Eder il protagonista di Caffè Doppio di Inter Channel di questa sera. L'attaccante nerazzurro ha chiacchierato con Roberto Scarpini partendo dalle sue origini: "Sono nato a Lauro Muller, da bambino giocavo a pallone. Dopo scuola passavo da casa e poi andavo a giocare a calcio con i miei amici nei campetti, soprattutto calcio a cinque. Grazie a Dio la mia famiglia mi ha sempre potuto dare il massimo, i miei genitori lavoravano e abbiamo sempre vissuto bene. Nonni italiani di Nove? Si è curioso che siano di Nove, e io giochi attaccante (ride, ndr)".
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Eder si racconta: “Ho guadagnato tutto sul campo. Roma? Ci faremo trovare pronti”
L'attaccante nerazzurro ha parlato ai microfoni di Inter Channel
Eder ha sempre ottenuto tutto con il lavoro: "Sono contento perché non ho mai avuto il bisogno o l'aiuto di nessuno, se non da me stesso. Ho guadagnato la convocazione con Conte e poi l'Inter facendo bene con la Samp. Sono sempre arrivato dove sono per il lavoro, e continuerò a farlo perché il lavoro paga e le soddisfazioni arrivano. Ho girato tanto, ho vissuto tante situazioni, ho grande rispetto per tutte le categorie. Ho iniziato a Empoli, sono stato in prestito in giro, poi alla Samp, una società che mi ha dato tanto. Poi la Nazionale e l'Inter. Sono veramente orgoglioso perché ho guadagnato tutto sul campo. A Frosinone sono arrivato da ragazzino, e lì mi hanno dato tanto e sono contento che quest'anno stanno facendo bene. Anche a Brescia ho trovato degli amici anche fuori dal calcio, ogni tanto ci torno".
Si entra poi nel personale: "Il mio piatto preferito è la carbonara, e so cucinarla anche io. Ho imparato a farla quando ero a Frosinone. A Empoli mangiavo i fagiolini toscani con la lombatina di vitello tipica toscana. A Brescia ho assaggiato la carne di cavallo, a Cesena la piadina, a Genova la pasta al pesto. E a Milano? Qui mangio tante cose diverse, ma direi il giapponese che mi piace tanto". Eder è sposato e ha un figlio: "Mia moglie l'ho conosciuta quando ero in Brasile, ci conosciamo da tanti anni, prima ancora di diventare calciatore. All'inizio non è stato facile, siamo stati lontani, ci vedevamo ogni 4-5 mesi. Ma era destino che dovessimo stare insieme. La prima volta che è venuta a Empoli con mia madre, non è tornata in Brasile. Eravamo in aeroporto e abbiamo deciso che rimanesse con me. Era una responsabilità perché da lì cambiava tutto. Sono quasi nove anni che è in Italia qui con me. Quando è nato mio figlio a Genova è stata un'altra prova di forza per noi. Ha quattro anni, e la prima cosa che mi dice quando arrivo a casa è: "Papà giochiamo a pallone".
La fede e la musica: "Sono molto cattolico, vado in chiesa una-due volte a settimana in zona San Siro. Mi piace stare vicino a Dio e potermi distrarre. È una cosa che si trasmette, è una cultura che avevo da piccolo e che mi è rimasta. I miei hobby? Non mi piace uscire più di tanto, sono tra gli ultimi uscire insieme a D'Ambrosio. Mi riposo quando arrivo a casa, poi magari porto Eduardo al parco, al cinema. Sto con lui, poi la sera andiamo a cena. Ma nulla di che. Guardiamo le partite e i cartoni, anche a mio figlio piace. Musica? Mi piace un po' di tutto, ascolto Bob Marley".
Le ultime battute sono sul prossimo impegno di campionato: "Inter-Roma è una sfida importante per noi, lo sappiamo. La abbiamo fatta diventare tale proprio per i nostri ultimi risultati. Siamo sulla strada giusta, la Roma è è un avversario molto forte e lo sta dimostrando, ha giocatori di qualità. Abbiamo il vantaggio di giocare in casa, con i nostri tifosi e dobbiamo sfruttare questa cosa. Ci faremo trovare pronti. Al di là del grande giocatore che è Dzeko, la cosa più importante di una squadra è il gruppo. Dico che la Roma è una squadra forte perché sono un gruppo forte. Sono giocatori di personalità, di un certo livello".
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