Oggi è l'anniversario della nascita di Giacinto Faccetti. Il 18 Luglio di settantanni fa nasceva uno degli uomini simbolo dell'Inter e, ancora a sei anni dalla sua scomparsa la società nerazzurra e i suoi tifosi lo ricordano con tanto affetto. Per l'occasione la Gazzetta dello Sport, ha intervistato Gianfelice Facchetti:
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Facchetti jr: “Mio padre aveva visto lungo. Un giorno…”
Oggi è l’anniversario della nascita di Giacinto Faccetti. Il 18 Luglio di settantanni fa nasceva uno degli uomini simbolo dell’Inter e, ancora a sei anni dalla sua scomparsa la società nerazzurra e i suoi tifosi lo ricordano con...
Se oggi Giacinto fosse qui cosa direbbe di questo calcio?«Le dicevo che ho trovato alcuni suoi manoscritti: in alcuni scriveva che la pioggia di soldi che da anni arriva nel calcio dalle televisioni sarebbe dovuta essere reinvestita subito in strutture, nei settori giovanili, nelle zone più deboli d’Italia. Scriveva: non restiamo incantati dalla pioggia di denaro, prendiamola e veicoliamola in qualcosa di lungimirante».
Sugli strascichi di Calciopoli come si sarebbe espresso?«Tralascio il fastidio e il dispiacere che ho avuto io, per quello e per storie collaterali. Le racconto solo questo: un mese fa mi ha chiamato Walter Sabatini, diesse della Roma, perché aveva letto il mio libro. Mi ha dettRicoo: "Non ti affannare più a difendere tuo padre perché lui si difende da solo". Vero, la sua memoria gode di ottima salute».
Qualcosa di prosaico: gli interisti divisi sulla maglia rossa.«Assurdo. È un’estate che parliamo di maglie: o con 3 stelle, o se una scritta è lecita o se rossa è consona alla tradizione... Si parla sempre meno di calcio. Per questo, e a maggior ragione, bisognerebbe ringraziare Prandelli: ci ha regalato serate di buon calcio e situazioni più alte».
E il livello delle frasi di Lucio?«La maggior parte delle persone parla per convenienza, tiene conto di chi li paga...».
Dell’Inter che idea si è fatto?«Che finora il miglior acquisto è Cordoba team manager. E che vorrei Destro».
Ricordare Giacinto è...?«Parlarne come sento quotidianamente o lasciare un segno tangibile. Ci ha pensato—come prima Monte San Vito e Cesano Maderno — anche un paese della Sicilia, Rosolini: presto intitoleranno una via a papà».
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