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Faraoni: “Studio da Maicon, fa cose incredibili! E che classe Motta. Il derby…”

In attesa di ‘Prima Serata’, in onda questa sera su Inter Channel, il difensore Marco Davide Faraoni, è protagonista anche nella 13^ puntata di Click, programma sempre appartenente al palinsesto del canale tematico nerazzurro. Il...

Francesco Parrone

In attesa di 'Prima Serata', in onda questa sera su Inter Channel, il difensore Marco Davide Faraoni, è protagonista anche nella 13^ puntata di Click, programma sempre appartenente al palinsesto del canale tematico nerazzurro. Il giovane 20enne, messosi in luce nelle ultime sfide, con grandissime prestazione e una rete di alta fattura, ai microfoni della conduttrice Nagaja Beccalossi racconta i suoi inizi calcistici e alcune curiosità riguardanti la sua avventura interista:

Si parte con un'Aquila, simbolo che rappresenta il club che lo ha cresciuto calcisticamente, la Lazio: "E' iniziato tutto dai miei cugini,che erano tutti laziali. Ho iniziato tutto per gioco, come tutti i bambini,poi piano piano, giocando a Bracciano un signore della Lazio mi ha visionato, successivamente ho fatto un piccolo provino ed è andato molto bene. Da lì, dal 2000/01, ho fatto tutta la trafila fino al 2009 se non sbaglio, fino all'ultimo anno di Primavera e poi sono stato aggregato alla prima squadra. Se è stato difficile? Si, mi infortunai, c'era Ballardini come mister, stava per mettermi in formazione e provandomi per il venerdì perchè il sabato avevamo il Catania, però all'ultimo minuto in un anticipo su Inzaghi il ginocchio non mi ha retto e rimasi fermo per sei mesi, per problemi al crociato. Quei momenti son stati brutti perchè c'era Villa Stuart che stava un'ora da dove abitavo io, e in treno alle sette di mattina con il ginocchio  in quelle condizioni è stata dura. Non è stata neanche facile la riabilitazione, perchè io mi svegliavo alle sette di mattina, prendevo il treno, arrivavo fino ad un certo punto, e poi prendevo il taxi per andare in clinica. Dormivo anche sopra una sedia,perchè facevo mattina e pomeriggio, e per tre mesi la situazione è stata così".

Un bel giorno poi arriva una chiamata da Milano, l' Inter lo preleva dalla società capitolina a parametro zero: "Si, sono prima venuto per conoscere tutto l'ambiente, Interello e chi ci lavorava. A Luglio, ho iniziato il ritiro con Pea in Primavera, quest'anno ho fatto anche quello estivo con la prima squadra. Chi mi ha chiamato per annunciarmelo? Già lo sapevo perchè con la Primavera non potevo più stare a causa dell'età, ma Butti (team manager ndr) me lo ha annunciato".

L'esordio in prima squadra arriva in uno degli stadi più belli del pianeta: Il Nido di Uccello di Pechino, per la Supercoppa Italiana contro il Milan: "Questo me lo ricordo bene, perchè è stato bello bello. Non è andata bene per il risultato, però, avrò sempre un bel ricordo perchè è stato il mio debutto. Quei giorni sono stati un po' duri, a pensare che potevo entrare già mi stavano tremando le gambe,però fortunatamente ero abbastanza tranquillo e prima di entrare in campo ho levato tutte le preoccupazioni e le paure".

Sullo schermo appare mister Ranieri, persona e tecnico importante per la carriera di Davide: "E' romano, secondo me è un grande allenatore, lo devo ancora ringraziare per il debutto che mi ha fatto fare in Campionato e Champions, secondo me darà una grandissima svolta a questa squadra. E' una persona abbastanza diretta, se deve dire una cosa e vuole che la gente capisca il progetto, lui si mette lì e ti spiega. Non ha paura di nessuno e non ha paura di perdere tempo, e finchè non capisci qualcosa ti spiega. E' molto paziente e sa quello che vuole. Se è diverso da mister Pea? Pea, anche se noi due non abbiamo avuto un grandissimo rapporto, devo sempre ringraziarlo  perchè mi ha fatto crescere come persona e come giocatore".

Arrivato da un paesino vicino Bracciano, in provincia di Roma, Davide, come racconta,ebbe all'inizio qualche difficoltà ad ambientarsi in una città grande e caotica come Milano: "A Milano, all'inizio è stata dura per me, ti dico la verità. Arrivare da un paesino di 400 persone ad una città così grande, all'inizio ero un po' spaesato. A Roma io non ci andavo sempre, perchè avevo la macchina e viaggiavo e poi io da casa sono uscito tardi, quasi a 18 anni e adesso ne ho 20. I primi giorni a Milano volevo scappare, stavo a Interello chiuso e faceva un caldo che si moriva. Non conoscevo nessuno e ho detto: "qui non c'è niente". Invece poi, piano piano, grazie ai compagni della Primavera dell'altro anno, mi sono aggregato e ho cominciato ad uscire con chi aveva la macchina, riempivamo le macchine e andavamo. Alla fine sono un ragazzo dal carattere amichevole e non ho avuto problemi. Adesso sto veramente bene,mi sento milanese...no non esageriamo (ride ndr), sono romano ma Milano mi piace".

Parentesi anche sulla Nazionale U-21, di Ciro Ferrara: "E' stato bello perchè è stata una chiamata inaspettata. Un ragazzo che gioca in Primavera è difficile che venga convocato, di solito viene covocata gente che gioca in B, in A e raramente in C1. Sono contento che Ferrara mi abbia dato sempre l'opportunità di giocare, anche se a volte non mi ha messo in campo, ma credo molto in lui e nei progetti che ha e nell'ultima partita contro l'Ungheria ho giocato 20 minuti. In Under-21 siamo un bel gruppo, la nostra forza è questo, ci sono giocatori forti ma non c'è nessuno che gioca da solo o che fa la differenza, è il gruppo a farla...".

Il ColossoMaicon, è il terzino più forte al mondo. Davide Faraoni alla visione della sua immagine esclama: "Questo è forte ragazzi, è forte. C'è poco da dire, ma c'è solo da imparare da uno come lui. Quando ti alleni insieme ti accorgi che è ancora più forte di come lo vedi dal campo. Fa delle cose che dici: "Non se ponno fà ste cose...".

Se gli chiedo consigli? No, no, io non sono uno che chiede, sono uno che con gli occhi vede i movimenti che fa, sento quello che il mister gli dice e ascolto, cerco di rompere meno le scatole e ascoltare di più.

Degli altri giocatori della rosa chi mi piace? Mi piace molto Thiago Motta, perchè ha una tranquillità e un gioco di palla che vorrei avere tanto pure io, però 'non se po fà', quella è un' altra scuola, quella del Barcellona".

Capitolo Derby. Domenica ci sarà quello di Milano, e Davide che lo ha vissuto per  la Supercoppa lo scorso Agosto, prova a fare le differenze con quello di Roma: "Ho sempre sognato di giocare un derby, a dire la verità non mi ha mai messo paura. A Roma, è la città che fa la differenza con l'altro derby di Milano. C'è Roma, ci sono i romanisti e i laziali: i romanisti stanno in centro città, mentre i laziali stanno un po' più in periferia. Il derby di Milano è anche molto bello e molto sentito, ma mai come quello di Roma, specialmente quando lo vivi all'Olimpico è meglio, perchè senti più brividi".

Si chiude con una curiosità, il rapporto di Faraoni con la tecnologia: "Mi piace vedere molti film, la musica l'ascolto tantissimo ma non la scarico perchè non sono capace, lo faccio fare agli altri. Non ho un grande rapporto con la tecnologia, mi piacciono più le cose pratiche. Quando sono in ritiro cambio spesso compagni di stanza, mi sdraio, mi guardo la tv ma non guardo partite perchè il calcio non mi piace. Gioco alla Play Station a giochi soprattutto di guerra ma è pur sempre raro. Preferisco uscire, parlare con le persone e incontrare amici, poi certo in ritiro magari gioco anche con l'Ipad dove ci stanno un paio di giochi carini, però non sto ore ed ore come alcuni fanno...".