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Ferri: “Derby? Una partita diversa. Spero non venga lasciato nulla al caso. Vorrei…”

L'ex nerazzurro si è raccontato a Inter Channel ed ha parlato del derby di sabato.

Simona Castellano

Riccardo Ferri è il protagonista della puntata odierna di Caffè Doppio, format di Inter Channel.

Derby? È una partita diversa. Per uno che l’ha vissuto dal settore giovanile alla prima squadra non può non essere una partita diversa. Vorrei immedesimarmi in chi arriva qui da realtà diverse, sta qui due anni. È difficile da capire, vorrei che qualcuno glielo facesse sentire, ma non riuscirebbe comunque mai a sentirlo come chi ha vissuto all’Inter. Bisognerebbe far capire che questa è una strada diversa dalle altre. Cos'è il derby? L’insegnante quando accompagni i figli a scuola ti dice ‘Mi raccomando domenica' oppure 'Spero che perdiate' o, ancora, 'Si ricordi che ha il figlio qui’. È una cosa che senti. A Crotone, da quando l'arbitro ha fischiato la fine, avrebbero dovuto iniziare a pensare subito al derby. Poi, magari in questa settimana riposare di più, fare più attenzione, mettere in disparte la propria moglie per una settimana. Piccole cose, insomma, per fare di tutto per arrivare alla griglia di partenza dicendo ‘Ho fatto tutto quello che dovevo fare, ora me la gioco’. Senza avere rimpianti. Quella settimana lì tutte cose positive e semplici. Questo è il derby. Questo succedeva ai miei tempi. Mi auguro che i ragazzi, tutto l’entourage riescano ad arrivare alla griglia di partenza senza aver lasciato nulla al caso, avendo prodotto tanta energia fisica e mentale per battere i cugini. Sarà un derby importante". 

Provocatori in TV? Quando una provocazione è fatta con educazione e con rispetto ci sta, quando è fatta con mancanza di buon gusto, volgarità e con arroganza no. Le persone che si prendono troppo sul serio non mi piacciono. Ci sono persone che poi fuori dal contesto televisivo si sgonfiano proprio. Con l’andare degli anni ho imparato a gestire meglio queste cose.

Arrivato ad un certo punto mi sono reso conto che non potevo più andare avanti con il fisico. Così ho pensato di fare esperienza nel settore giovanile, l’ho fatta un po’ all’Inter. Poi per vari motivi ho svoltato e ho pensato di fare altro. Adesso mi occupo delle mie cose.

Scuola calcio a Miami? Venivo da una separazione abbastanza dura, è stato un periodo di sofferenza veramente forte, mi ero chiuso, finita questa fase mi è venuta l’idea di andare ad operare nel calcio, mio figlio si è laureato in Marketing, aveva difficoltà a trovare un’occupazione, ho detto a lui e all’altro mio figlio di venire con me. Ho parlato con l’Inter, perché non avrei voluto avere un altro marchio e abbiamo aperto questa academy. Con mio figlio abbiamo iniziato a fare operazioni di marketing. Poi mio figlio ha avuto una grande opportunità in Cile e mi ha lasciato lì. Quindi ho dovuto poi abbandonare a malincuore.

Gossip? Esperienze extraconiugali ti giuro che non ne ho mai avute. Le proposte arrivavano per posta ad Appiano Gentile anche o in sede e smistavo la mia posta al suocero.

Caressa ha detto che ero un grande picchiatore, forse voleva farmi un complimento, ma invece credo di essere stato uno che non provocava e cercavo di mettere sempre piedi e testa ovunque e a volte ho rischiato grosso pure. Le davo e le prendevo. Una volta mi diedero 10/12 punti in testa, ho giocato con una spalla lussata per tante partite. Si giocava con infiltrazioni, una volta a fine primo tempo me ne fecero una tramite calzettone, altrimenti si perdeva troppo tempo. Pur di stare in campo e giocare abbiamo fatto cose assurde.

Attaccanti? Ho marcato Platini, Van Basten, Zico. Tra gli italiani Vialli. Erano tutti fortissimi.

(FONTE: INTER CHANNEL)