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FPF e debiti: ecco perchè l’Inter può fare mercato top. E ci sono 20 mln…

Ma come mai l’Inter, nonostante abbia un forte passivo con l’Uefa sul collo, per il FPF, continua inesorabilmente a comprare giocatori e a spendere? Il Corriere dello Sport, in edicola oggi, cerca, tramite un’analisi accurata e...

Riccardo Fusato

Ma come mai l'Inter, nonostante abbia un forte passivo con l'Uefa sul collo, per il FPF, continua inesorabilmente a comprare giocatori e a spendere? Il Corriere dello Sport, in edicola oggi, cerca, tramite un'analisi accurata e con l'aiuto di Sporteconomy, di chiarire la situazione:"Gli arrivi di Lukas Podolski, Xherdan Shaquiri e Marcelo Brozovic, rispettivamente dall’Arsenal, dal Bayern Monaco e dalla Dinamo Zagabria, non devono trarre in inganno i tifosi, così come gli analisti di settore.

L’Inter sa perfettamente che deve rispettare i paletti del fair play imposti da Michel Platini (numero uno dell’Uefa), ma, grazie al gioco di incastri delle scadenze contabili dei nuovi acquisti, il peso economico-finanziario dei cartellini finirà nel bilancio 2016. Nell’anno in corso, invece, verranno contabilizzati gli stipendi collegati al periodo gennaio-giugno. Circa 4 milioni di euro di spese gestionali, che la società milanese, “osservata speciale” da parte dell’Uefa, si può ancora permettere di pagare. 

Bassi anche i costi di trasferimento (pari a 600 mila euro) di Podolski, Shaqiri è sbarcato a Milano in prestito gratuito con obbligo di riscatto, mentre Brozovic è stato pagato 3 milioni per il prestito biennale (con diritto di riscatto fissato a 5). Non si possono escludere, fino al termine del calciomercato, nuovi colpi a sorpresa, ma sempre mirati e con le stesse modalità di attivazione. Da un lato, quindi, l’Inter sta proseguendo nel taglio intelligente dei costi, dall’altro punta a rafforzare la rosa da mettere a disposizione di Roberto Mancini, che ha il compito di centrare l’ingresso in Champions, o dalla porta dei preliminari (terzo posto in campionato), o attraverso la conquista del trofeo della Europa league. investimento futuro.

Il potenziamento della squadra, in questa finestra di calciomercato, non è un costo puro, ma un investimento in chiave economica futura. La partecipazione alla fase a gironi della Champions League genera, per un club del blasone dell’Inter, ricavi non inferiori ai 30-40 milioni di euro, grazie anche alla redistribuzione degli introiti da market pool Uefa. 

La società nerazzurra è obbligata a spendere per provare a incassare ricavi futuri, che serviranno a migliorare i conti del biennio 2015-16, nuovo periodo di osservazione degli ispettori dell’Uefa sul terreno del fair play finanziario.L’ingresso in Europa comporterà una serie di scelte obbligate in concomitanza con il calciomercato estivo. L’iscrizione alla prossima Champions League è un’iniezione di fiducia e di risorse fresche per la società. In assenza, l’unica via per far quadrare i conti è la cessione di prezzi pregiati attraverso i quali fare cassa e plusvalenze da mettere a bilancio a fine anno.Da non dimenticare infine il tesoretto del valore di 20 milioni di euro annui (per un intero quadriennio) portato in dote dal gruppo Infront, nuovo advisor commerciale dei nerazzurri da quest’estate.