FPF – Thohir scalda i motori, il rosso è pesante: -180 milioni

In Italia il calcio sta vivendo un periodo di transizione anche a causa della crisi economica. Nonostante nel nostro calcio non siano arrivati magnati o sceicchi che da altre parti se ne infischiano del fair play finanziario, abbiamo due squadre che, per ragioni diverse, rischiano delle sanzioni. Oggi tocca ai giallorossi, domani all’Inter, guidata da Thohir e sostenuta dal ceo Bolingbroke e dal dg Fassone: la società, assieme ai suoi massimi rappresentanti, è chiamata a dare chiarimenti sui parametri sballati degli ultimi anni. Ma perché solo Inter e Roma? Perché, a differenza dell’anno scorso, entrambe disputano le coppe europee (ragion per cui si entra a far parte delle società tenute sott'occhio dall'UEFA) e le altre squadre impegnate in Europa (Juventus, Fiorentina, Napoli e Torino) sono ok.

Ma in sostanza cosè il FPF? Il parametro a cui si fa riferimento è il il break-even, ossia il pareggio di bilancio. Per arrivarci, cioè per imporre il motto «spendi solo ciò che incassi», l’Uefa ha previsto degli step: in questa fase è consentito un deficit massimo di 45 milioni sommando algebricamente i risultati d’esercizio delle stagioni 2011-12, 2012-13 e 2013-14, con l’esclusione di alcuni costi come quelli virtuosi per stadi e vivai e (solo per il 2011-12) degli emolumenti dei giocatori contrattualizzati prima del 1° giugno 2010. La Gazzetta dello Sport ha stimato che, in base a questi parametri, l’Inter abbia una montagna da scalare alta ben 180 milioni di debito. L’impresa non è semplice e la presenza di Thohir sta a testimoniare come si cercherà di convincere l’Uefa: si cercherà di dimostare che i nerazzurri hanno iniziato a percorrere la strada per realizzare un progetto di risanamento a medio lungo termine.