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Gabigol: “Inter la mia squadra, i tifosi mi vogliono e li amo. Non sono quello di prima”

Gabigol apre al ritorno all'Inter: "Se tornassi indietro direi ancora sì, sono sempre un tifoso nerazzurro"

Redazione1908

Gabigol non esclude un ritorno all'Inter. Il centravanti brasiliano, scatenato con il Flamengo, è in prestito fino al prossimo dicembre. Con l'Inter, Gabigol ha un contratto fino al 2022 e il futuro, per lui, potrebbe ancora parlare nerazzurro. Almeno, questo è quello che spera il brasiliano, nelle parole riportate da Tuttosport:

«Ho avute alcune possibilità, ma sono state poche. Minutaggio troppo piccolo. Comunque non ho rimpianti né serbo rancore. In Portogallo, per esempio, con la maglia del Benfica ho giocato solo cinque partite nelle varie competizioni e tutte da subentrante. Alla prima occasione da titolare, in campionato, ho segnato. Io ho sempre voluto far parte di un gruppo, sentirmi importante nella squadra, come successo al Santos prima e nel Flamengo ora. Dopo aver vinto l’Olimpiade di Rio, ho pensato di andare via perché avevo ricevuto alcune proposte molto importanti per la mia carriera. Ho accettato la proposta dell’Inter per la gentilezza che la società ha avuto nei confronti miei e della mia famiglia. Così come i tifosi nerazzurri che sono venuti ad accogliermi e mi hanno festeggiato in aeroporto. Sono arrivato a Milano con grandi motivazioni perché mi piaceva il progetto del club ed ero felice di cominciare un’esperienza in Europa, ma le cose non sono andate come immaginavo».

Il futuro - «Ho sempre cercato sempre di parlare molto con l’allenatore. Ma un giocatore capisce quando il tecnico conta su di te o no. In allenamento ho sempre dato il massimo, tutto me stesso, chi mi conosce lo sa. Sono un gran lavoratore. In Brasile ho avuto continuità e ho sempre fatto bene. Spero che possa succedere anche in un club europeo. Sono ancora dell’Inter, vedremo se succederà lì. La Champions League? È il torneo al quale ogni giocatore sogna di partecipare e disputarla per me sarebbe bellissimo». 

Un Gabigol diverso - "Sono maturato sia come persona che come giocatore. All’Inter ho imparato a giocare in modo diverso, ho appreso un’altra lingua e ho vissuto con giocatori provenienti da altre Nazioni, assimilando anche le modalità di allenamento di entrambi gli allenatori che ho avuto, De Boer e Pioli. La squadra purtroppo non stava andando molto bene, avevano appena cambiato allenatore. Io avevo bisogno di giocare, ma non godevo di grande stima da parte del mister. A Milano mi sono adattato bene. Fra l’altro ci sono tanti ristoranti brasiliani di eccellente qualità anche se gli spaghetti sono il mio piatto preferito. E quelli li fanno bene pure in Brasile. Il mio mancato trasferimento nel calcio spagnolo? Coincidenze. All’epoca in cui l’Inter voleva vendermi al Las Palmas, non la consideravo una buona opportunità per la mia carriera e finii al Benfica, che è una delle più grandi, se non la più grande squadra del Portogallo. La decisione di tornare al Santos è stata legata a tanti fattori".

Gennaio 2020 la data della verità - "Il calcio spagnolo potrebbe essere piacevole per me, ma al momento voglio continuare ad allenarmi duramente, a giocare e a segnare e possibilmente a vincere con il Flamengo. Almeno sino alla fine dell’anno. Poi vedrò con la mia famiglia, i miei agenti e naturalmente l’Inter cosa sarà meglio fare. Difficile dire cosa sia andato storto all’Inter. I tifosi mi piacciono molto e i compagni sono sempre stati gentili con me. Andavo in giro per le strade e tutti volevano parlare con me. Forse in quel momento la squadra aveva bisogno di qualcosa di diverso rispetto a quello che potevo dare. L’Inter aveva attaccanti che giocavano già insieme e avevano caratteristiche differenti rispetto alle mie. Ancora oggi sui social ci sono molti tifosi nerazzurri che mi chiedono di tornare. Ho giocato pochissimo, ma sono riuscito anche a segnare. C’erano tante aspettative, ma non è bastato. Detto ciò, io non mollo di un centimetro e penso al presente e al futuro. Se tornassi indietro direi ancora sì all’Inter. È un top club, in passato ha vinto tutto a livello internazionale e molti brasiliani hanno fatto la storia con i nerazzurri. Io resto anche un tifoso interista e seguo sempre in tv le partite della “mia” squadra". 

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