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GdS: “Un’Inter duttile, che piace e fa divertire”. Eco la radiografia della squadra

E’ inevitabile pensare che l’addio di Samuel Eto’o, che porta con sè la non irrisibile cifra di 37 gol segnati la scorsa stagione, sia un carico pesante sulla storia di questa squadra, però quest’Inter, almeno sulla...

Alessandro De Felice

E' inevitabile pensare che l'addio di Samuel Eto'o, che porta con sè la non irrisibile cifra di 37 gol segnati la scorsa stagione, sia un carico pesante sulla storia di questa squadra, però quest'Inter, almeno sulla carta, piace; piace l'idea di una squadra creata per divertire, dove alla consistenza di Pazzini e Milito aggiungi l'estro di un Zarate; una squadra votata all'attacco, che ha cercato di rinforzarsi avanti nonostante la cessione di uno degli attaccanti più forti e vincenti della storia.Una squdra che rinizia per l'ennesima volta una stagione con un nuovo capitano al comando, un tecnico giovane, ma non troppo, un uomo che dovrà saper dosare alla perfezione la giovinezza e l'esuberanza dei nuovi talenti nerazzurri con l'esperienza dell'ossature storica della squadra, che dovrà dare fiducia ai giovani senza bruciarli. Insomma un Gasperini che dovrà giocarsi un all-in.

Gasperini: la parola chiave è duttilità; lui è un uomo che mentamente e tatticamente sa muoversi su più moduli, adattando la squadra alle esigenze del momento e alle caratteristiche dell'avversario. La società ha cercato di mettere a sua disposizione le alternative giuste per ogni ruolo, ora spetterà a lui il compito di saperle gestire nella maniera corretta, senza fissarsi su schemi troppo rigidi , ma divertendosi e facendo divertire anche in questo senso, senza dare riferimenti precisi agli avversari, ma sorprendendoli sempre con la sua particolare capacità.

Sneijder: la domanda che tutti si pongono è "in che ruolo giochera?". Se de dei quattro attaccanti rischiano di essere sacrificat in posizione laterale, Wesley è sicuramente quello che rischia di vedere più copromesso il suo normale stile di gioco; l'olandese dovrà sicuramente adattarsi ad una posizione non sua, più lontana dalla porta, ma proprio lui potrebbe essere l'uomo in più, quel regista nascosto in grado di dare i tempi a questa squadra per sfruttare la rapidità dei giovani innesti o la spietata freddezza dei suoi campioni.

La difesa a 3: l'enigma o il problema dell'intera estate; anche se andando ad analizzare meglio la questione l'Inter ha preso gol quasi sempre quando era schierata a 4. Storicamente i 3 dietro non hai mai fatto rima con l'Inter, ma ben venga il cambiamento se può portare a risultati positivi, l'importante è non fossilizzarsi su schemi e giocatori (alla Benitez per intenderci) ma avere l'umiltà di cambiare strada qualora ci si accorgesse di averne imboccata una sbagliata. Per il momento i 3 dietro hanno bisogno di un po' di rodaggio, poi si vedrà.