Samir Handanovic è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel. Il portiere nerazzurro ha ripercorso la sua carriera, soffermandosi sull'avventura nerazzurra. Ecco le sue parole: -Cosa ti piace i più? Cosa ti aspetti dalla stagione?Mi piace la compattezza, l'equilibrio, l'allegria in allenamento e fuori. Mi aspetto di continuare così, di non perdere mai di vista l'obiettivo, rimanendo umili. Sabato sera sarà freddo ma molto caldo. Non dobbiamo sbagliare atteggiamento, nel calcio può accadere di tutto. Quando si gioca contro le grandi squadre gli avversari danno qualcosa in più per mettersi in mostra. Chi ha giocato in squadre meno importanti lo sa. Bisogna tenerlo a mente. -Perché hai deciso di lasciare la Nazionale?E' una cosa personale, scelta fatta, non voglio parlarne. Rimane dentro di me. Ho tanti ricordi, siamo andati al Mondiale, ho fatto nuove amicizie, sono cose che rimangono. Il tempo è fondamentale, quando si entra e anche quando si va via.
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Handanovic: “L’Inter c’è, squadra solida e serena. Ripagare i tifosi. L’emozione…”
Samir Handanovic è il protagonista della puntata odierna di Inter Nos, format di Inter Channel. Il portiere nerazzurro ha ripercorso la sua carriera, soffermandosi sull’avventura nerazzurra. Ecco le sue parole: -Cosa ti piace i più?...
-Social network?Non mi interessa. Voglio trascorrere il mio tempo con la famiglia. Non mi interessa cosa pensano gli altri di me. Non uso i social e non mi ci vedo ad usarli.-Segreto?Il mio segreto è che non ho segreti. -Calmo già da bambino?Abbastanza. Ho fatto le mie cavolate, ma ero abbastanza tranquillo. -Prima volta con la maglia dell'Inter?Bellissima emozione, ma l'emozione più bella è stata la prima a San Siro da avversario, ero il secondo portiere dell'Udinese. Ho sentito un bellissimo affetto dei tifosi e dello stadio. Mi è rimasta più impresso questo episodio. -Ti piacerebbe se i tuoi figli giocassero a calcio?Decideranno loro. -Richiesta di trasferimento all'Udinese?
Sensazione bellissima, era quello che volevo, non è stato difficile prendere questa decisione. Chi gioca al calcio ha l'obiettivo di provare ad entrare nel calcio che conta. Udine era molto vicino a Lubiana, quindi quando potevo andavo lì.
-Sei riservato? Com'è vivere sotto i riflettori?
Sì, vivo normalmente, non faccio caso a tante cose, provo a staccarmi da tutto a volte, non leggendo, non guardando, così tengo la testa spensierata e non penso sempre alle stesse cose. Con gli anni ho imparato a non prestare attenzione a tanti dettagli. Prima leggevo di più i giornali e guardavo i tg. Non seguo ora tutte le notizie, guardo quello che mi interessa. -Milano?
Vivo fuori città, quando sono arrivato ho capito che per il mio carattere sarebbe stato meglio vivere fuori. -Passioni particolari?
Mi piace la pallavolo, calcio a cinque, leggere libri, guardare film. Mi piace anche Basket e gioco anche volentieri.
-Cosa fari in futuro?
Non ho deciso ancora, manca ancora molto, bisogna vivere il presente. Spero di continuare nel mondo del calcio.
-Allenatore che ti ha insegnato di più?
Da Buonaiuti ho imparato e sto ancora imparando. Da lui ho imparato quasi tutto. Ho imparato però da ognuno cose diverse. Ringrazio tutti. Quando si lavora bisogna fare quello duramente.
-Migliore stagione fino ad ora?
A Rimini, in serie B. Ho superato le aspettative, quindi la reputo la mia miglior stagione. Per ora la stagione è positiva, ma lo dici tu. -Udinese?
E' una partita particolare. Sono stato bene lì, con i tifosi, mi sento comunque attaccato a quella città, è la mia seconda casa. Guardo sempre cosa ha fatto la domenica. Quando c'è un cambio generazionale si affrontano problemi, ma la loro filosofia non cambia.I tifosi a volte sono esigenti, ma non sempre si può fare tutto. Di Natale? Se gioca dobbiamo stare attenti, a lui basta poco per fare gol. Io l'ho visto anche in allenamento, è uno dei calciatori più importanti degli ultimi tempi. -Cosa pensi di Radu?A volte si allena con noi, è umile, ha qualità. Vediamo quando salirà dalla Primavera, ma ora sembra un ottimo portiere. Cerco di non parlare tanto, non voglio dare consigli perché io devo ancora imparare e non insegnare. -L'Inter c'è? Lo dicono i numeri...
L'Inter c'è quest'anno, lo dimostrano i numeri, ma non bisogna mai abbassare la guardia perché in poche settimane cambia tutto, puoi trovarti in difficoltà psicologica. Non siamo neanche a metà campionato. Non ci sono mai partite facili in Italia, bisogna affrontarle tutte con lo stesso atteggiamento, questo conta molto in serie A, così come anche l'approccio alla gara. Il prossimo turno sarà molto importante per noi. -Rimini?
Bel gruppo, olti giocatori ora sono in serie A. Se un giovane può giocare in serie A meglio che resti lì, ma per fare esperienza e giocare forse meglio serie minori. -Lazio?
Sei mesi con lo scambio Sereni-Handanovic. Bellissimo ambiente, bel gruppo, io avevo davanti portieri molto più anziani.
-Treviso?Mi hanno preso per fare la serie B, con Calciopoli siamo andati in serie A, ero il più giovane, ho commesso un errore con il Livorno, espulso con la Lazio e hanno messo un altro portiere. Mi ha aiutato molto nella mia crescita, non ricordo questa esperienza volentieri, ma so che mi ha aiutato. -Prima esperienza?Sensazione bellissima, conoscevo qualche ragazzo del mio paese. E' stato più facile inserirsi. Poi sono andato in prestito sei mesi in serie B, sono tornato collezionando delle presenze in A e poi sono partito per l'Italia. Credo sia l'ambizione di tutti, giocare nei cinque campionati più importanti.
-Parata più importante quest'anno?Tutte importanti, non puoi sopravvalutare o sottovalutarne alcune. Magari alcune lo diventano di più per il minuto e per il risultato. -Ti fa piacere essere amato dai tifosi?Credo faccia piacere a tutti i giocatori, li ringrazio e spero di continuare a ripagare la loro fiducia. -Come ti trovi all'Inter? Mi trovo bene all'Inter, mi sento a casa, sono legato a questa squadra, c'è un clima sereno, i tifosi sono tranquilli cosa fondamentale per la serenità e per il lavoro. Il tifoso deve essere ambizioso, ma la prima cosa è il rispetto, qui ce n'è. Con i risultati l'aria cambia, con le vittorie cambiano i giudizi, l'ambiente. Con il Napoli clima positivo per grande secondo tempo e non meritavamo di perdere. Bisogna essere realisti e vedere quando non si merita di perdere.
-Com'è il tuo rapporto con i difensori?
C'è feeling, c'era feeling anche prima, non è che non andassimo d'accordo. Buona difesa? Merito di tutti, perché tutta la squadra attacca e tutta la squadra difende e così anche portiere e difensori fanno una bella figura. Stiamo migliorando e speriamo di farlo ogni anno. -Italiano?Sono stato seguito da un'insegnante e mi hanno suggerito programmi televisivi da guardare. -Inter prima, merito tuo? La squadra è al primo posto e ognuno deve dare il proprio contributo per fare qualcosa di importante, non c'è solo il portiere o l'attaccante. Quest'Inter è bella compatta vista dalla porta. -Prima bella parata ad alti livelli, cosa hai provato?Non mi ricordo, ma sono sensazioni positive. Quando sono arrivato all'Udinese ho iniziatoa d allenarmi in prima squadra ed era già una bella sensazione. Il tempo va avanti e ti abitui. -Sempre portiere?Iniziato da giocatore, ma sono andato abbastanza presto in porta. Mio cugino era portiere e quindi guardando lui ho deciso così. -Quale calciatore è stato il tuo idolo da bambino?Schmeichel del Manchester United, guardavo tutti i portieri, ma lui mi piaceva molto. -Comodo e rilassato?Sì.
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