I soldi di Sneijder? Servono per puntare a Fabregas

L'edizione del Corriere dello Sport di oggi da una notizia che fara drizzare le orecchie a tutti i tifosi nerazzurri; Massimo Moratti, conscio dei problemi che la squadra sta affrontando anche a causa di un pacchetto uomini un po' in calo di prestazioni, ha deciso di rinforzare i punti nevralgici della sua Inter e per farlo vuole andare a fare compere in Inghilterra. Il quotidiano sportivo infatti parla di un fortissimo interessamento per Cesc Fabregas dell'Arsenal, interesse vivo da molti anni, ma che in questa estate potrebbe portare ad una vera e propria trattativa.L'idea parte tutta dalla difficoltà nel trattenere Wesley Sneijder, uomo ambito che fa gola a diverse grandi del calcio europeo, e dalla necessità di rinnovamento fondata sulla qualità e sulla giovinezza. Così Fabregas sembra candidarsi a uomo perfetto in quanto sintesi di questi due principi. Il vero problema è il costo del cartellino; nonostante lo spagnolo abbia manifestato in tempi recenti la sua volontà di lasciare i Gunners, deluso dalla mancanza di risultati propria di una squadra "eterna seconda". Wenger però non ha nessuna intenzione di svenderlo e comincerà a parlare solo con squadre disposte a sborsare quanto meno 60 milioni di euro. La vendita di Sneijder diventa allora fondamentale per mettere fieno in cascina da destinare all'acquisto di Fabregas.

L'altro problema è il Barcellona; il club catalano è fortemente intenzionato a riportare Fabregas nello stadio in cui è cresciuto, ma costo dell'operazione e incertezze sulla panchina futura fanno riflettere Rose. Con il destino di Guardiola ancora in bilico, il presidente blaugrana non è intenzionato a regalare al suo tecnico un suo pallino da 60 milioni di uro per poi vederlo partire dalla Catalogna, così ha deciso di prendere tempo.

Da qui però si vede un effetto dell'affare Fabregas: se Moratti riuscisse a portare Cesc a Milano, avrebbe nella sua faretra una freccia in più da giocarsi nell'opera di convincimento di Guardiola, vero obiettivo del presidente per cui sarebbe disposto a fare follie.