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Icardi, Fassone dà e Marotta toglie: l’Inter non sarà più ostaggio di nessuno

L'attaccante argentino non sarà più il capitano dell'Inter

Pasquale Guarro

"Ci sono caratteristiche che non possono prescindere dalla figura di un grande capitano. Segni distintivi del carattere, che inconsapevolmente fanno si che gli altri attorno ti riconoscano come figura di riferimento. Elementi stampati nelle triplette di DNA, ma anche esperienze assimilate nel tempo. Mauro Icardi si è ritrovato la fascia al braccio per scelta di Roberto Mancini e Marco Fassone, dopo due anni di Inter e 31 gol all’attivo. Curriculum decisamente scarno, decisione sicuramente rivedibile. Sia per quanto concerne le esperienze acquisite sia per i valori mostrati. Icardi non era pronto ad una responsabilità così grande ma non aveva gli strumenti necessari per capirlo da solo, anche perché travolto dall'entusiasmo. 

"VITA DA CAPITANO - Il capitano è una figura aggregante, un uomo che unisce; Icardi è uno che fa discutere, un elemento divisivo. L’uomo con la fascia al braccio ci mette la faccia nei momenti di difficoltà; Icardi sparisce e riappare sui social, dove pubblica frasi indigeste ai tifosi, parole che sanno di lezioncina: “Se non la ami quando perde, non amarla quando vince”. Il capitano non trasforma questioni private in affari pubblici e protegge il resto della squadra; Wanda Nara tratta i rinnovi con indizi social e spiega come i compagni non sappiano mettere Icardi nelle migliori condizioni per poter fare gol. Il capitano risponde alle convocazioni; Icardi -senza la fascia- ha pensato bene di rimanersene a casa. Ma un capitano si vede anche da queste cose, anche senza il pezzo di stoffa al braccio è lì davanti a tirare il gruppo. Un capitano sente addosso il senso di responsabilità, intuisce in anticipo; Icardi non ha mai capito dove sarebbe andato a finire.

"TUTTI UGUALI - Per dirla alla Spalletti, un capitano non mette in imbarazzo squadra e società. Marotta ha agito nel bene dell’Inter, perché il successo si nasconde dietro scelte coraggiose. Il nuovo amministratore delegato ha riaffermato la sovranità del club, negli ultimi anni un po’ sottomesso. Fassone e Mancini non avevano saputo guardare oltre, si erano fermati ai gol. La nuova Inter non guarda in faccia a nessuno, non trema di fronte al valore commerciale dei propri tesserati e questo è il primo passo verso il cambiamento, verso l’affermazione di regole uguali per tutti. Perché un capitano vero non si sentirà mai diverso dagli altri.

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