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CorSera – Mal di testa Inter, ma Conte sa curarlo. Eriksen scintilla e medicina per i nerazzurri

Il tecnico dell'Inter ha sempre avuto delle flessione prima di proclamarsi campione e il talento danese può aiutare a risorgere

Andrea Della Sala

Periodo di flessione per l'Inter di Conte che spera di ripartire già domani in Coppa Italia. E per ritornare a correre il tecnico nerazzurro avrà un super innesto come quello di Eriksen.

"Ad Antonio Conte è già successo. Nei campionati in cui ha vinto c’è sempre una pausa, quasi fisiologica. Chiuso un girone d’andata strepitoso, l’Inter ha pagato la stanchezza accumulata. Tre pareggi di fila, tutti subiti in rimonta e cinque nelle ultime sette partite, certificano un mal di testa riconducibile a vari fattori: aver dovuto gestire tanti infortuni, spendersi su tre fronti senza una rosa adeguata, aver generato (grazie ai buoni risultati) aspettative difficili da sopportare per un gruppo non abituato a certe pressioni. L’Inter però è lì, a soli tre punti di distanza dalla Juventus, la sfida è aperta. Per curare il mal di testa una buona medicina è Christian Eriksen. Il 27enne centrocampista danese è sbarcato a Milano, andrà a Udine domenica, magari non sarà subito titolare, di certo aggiungerà qualità", spiega il Corriere della Sera.

"Non è la prima volta che Conte si trova a dover gestire un evidente rallentamento. Gli capitò nella sua prima Juventus, nel 2011-12: infilò tre pareggi con Parma, Siena e Bologna. Era febbraio, poi i bianconeri ripresero e vinsero lo scudetto. Più di recente, al Chelsea nel 2016-17, Conte infilò una tripletta di risultati negativi: pari con lo Swansea e sconfitte con Liverpool e Arsenal. Era però settembre, ma l’infausto trittico servì per registrare la squadra e conquistare poi la Premier League. Eriksen è la scintilla per riaccendere il motore inceppato. Darà un’alternativa a Conte, nello sviluppo del gioco e, volendo, nel modulo di partenza. Il danese, con contratto fino a giugno 2024 a 10 milioni netti a stagione, garantisce quei colpi mancanti al centrocampo, porta imprevedibilità a schemi cui gli avversari si stanno adattano", aggiunge il quotidiano.

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