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Inter, Lukaku: “Infortunio? Non capimmo quanto fosse grave. Inzaghi? Ecco quando il click”

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Le parole del belga: "Sono contentissimo: essere in finale è molto importante per noi. Quest'anno è stato molto complicato"
Marco Astori Redattore 

Intervenuto ai microfoni della CBS, Romelu Lukaku, centravanti dell'Inter, ha parlato così della finale di Champions League conquistata contro il Milan: "Sono contentissimo: essere in finale è molto importante per noi. Quest'anno è stato molto complicato, siamo stati inconsistenti in campionato. Però abbiamo svoltato il mese scorso, sia lì che nelle coppe: ognuno ha fatto il suo lavoro e l'allenatore ha potuto fare rotazioni. Chi gioca fa il meglio, così come chi entra.

Sono stati 5-6 mesi durissimi per me, non avevamo capito la gravità del mio infortunio: io sono esplosivo, è difficile tornare. Al Mondiale avete visto tutti come non ero in forma: e mi sono dovuto fermare un altro mese e mezzo. E' stato duro ma ho lavorato duramente, da quando sono rientrato in forma ho cercato di aiutare la squadra al meglio: non abbiamo potuto lottare per lo scudetto ma sapevamo di avere una grande opportunità in Champions e in Coppa Italia, ora dobbiamo finire bene anche in Serie A.

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Inzaghi? Ha tanti meriti: abbiamo provato quest'anno a giocare con il pressing alto, che non è una delle nostre migliori caratteristiche. Due anni fa abbiamo vinto lo scudetto giocando di contrattacco, l'anno scorso è stato fatto un misto: quest'anno abbiamo provato a cambiare ma ci è costato molti gol presi. In campionato vincono le difese e l'allenatore ha deciso di tornare indietro, di essere compatti e attaccare il più velocemente possibile. Questo è stato il click, abbiamo iniziato a segnare molti gol.

In finale? Non importa chi ci sarà, quando giochi in finale giochi con le migliori: il City gioca un calcio fantastico, Guardiola ha un piano tattico ogni partita ed è diverso da chiunque in Premier League. Il Real Madrid ha due ali di assoluta qualità, Rodrygo e Vinicius hanno classe mondiale, Valverde sta crescendo: speriamo vinca la migliore tra di loro.

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Henry? E' molto vecchia scuola: quando ci siamo conosciuti ero all'Everton. Chiesi a lui cosa potessi migliorare, ci mettemmo ogni giorno per due ore a guardare tutte le partite: mi diceva cosa facessi bene e cosa male. E lì io ebbi il mio miglior anno in Premier e cominciai a segnare ogni partita in Nazionale. Sono molto grato a lui. Gli allenatori duri mi piacciono, non voglio essere coccolato tutto il tempo. Il Mondiale è stato molto duro per me, sono state due settimane molto dure: ho deluso il mio paese. Giocare per il proprio paese è fantastico, vuoi fare sempre il meglio: sapevamo fosse l'ultima opportunità per noi. E il modo in cui siamo usciti è rimasto nella mia testa: ma il calcio è fatto di alti e bassi".

 

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