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Jonathan: “Mi sono giocato l’Inter per i medici. Tornerei. Problema? E’ uno solo”

Jonathan: “Mi sono giocato l’Inter per i medici. Tornerei. Problema? E’ uno solo”

L'ex terzino dice addio al Fluminense: "L'Italia è la mia seconda casa, senza dubbio. Chiedo solo una cosa: non voglio più subire infortuni gravi"

Daniele Mari

Jonathan Cícero Moreira torna a parlare. L'ex terzino nerazzurro, a TMW, ha raccontato del suo addio all'Inter e ora al Fluminense, con un ovvio riferimento anche alla tragedia aerea che ha colpito la Chapecoense:

FLUMINENSE - "Qui si sta per concludere il campionato, ma siamo tutti profondamente colpiti da questa tragedia. Per quanto mi riguarda, sto bene fisicamente. Posso comunque svelare che non resterò qui. Con la società abbiamo deciso di non prolungare, pur continuando ad allenarmi con i miei compagni. Ora cercherò una soluzione per il futuro, insieme a mio fratello che cura i miei interessi".

TRAGEDIA - "Tutti siamo scossi e molto, molto tristi. La Chapecoense era una squadra che stava crescendo tantissimo, pronta per giocare una finale di un torneo internazionale. Siamo in lutto, ieri nessuno ha voluto fare allenamento. Ora tutti i club si stanno mobilitando per aiutare questa società, nessuno vuole che sparisca. Infatti potrebbero andare tanti giocatori in prestito gratuito. Quello che è successo è bruttissimo, ora dobbiamo solo pregare".

FUTURO - "Un ritorno in Europa? Sto valutando tutto, ma è difficile esprimersi ora. Bisogna vedere se arriveranno delle proposte, certamente mi piacerebbe giocarci di nuovo. Tornerò sicuramente, anche per salutare i tanti amici che ho. Per giocare, invece, credo sia più difficile. Le società puntano tanto sui giovani che, rispetto a me, hanno uno stipendio inferiore. Per adesso penso solo ad allenarmi per essere pronto per la prossima avventura. Ringrazio tantissimo il Fluminense, che mi ha aiutato in un momento difficile della mia carriera".

MANCATO RINNOVO - "Per via di motivi politici, ma non solo. Ci sono state delle discussioni, qui stanno cambiando tantissime cose. Ora c'è un po' di casino nel club, manca sia l'allenatore che il direttore sportivo. Tutto è in fase di cambiamento".

ITALIA - "La mia seconda casa, senza dubbio. Ho vissuto momenti belli e brutti vestendo le maglie di Inter e Parma. Ho la cittadinanza, l'Italia è nel mio cuore".

PARMA - "Ho saputo delle difficoltà che ha incontrato in questi ultimi anni. Non dimenticherò mai quella esperienza, ci sono tanti momenti belli che porto con me. Quella di Parma è stata un'avventura che mi ha permesso di conoscere il calcio italiano. Lì ho dimostrato il mio valore, per questo poi sono tornato all'Inter".

RAMMARICO INTER - "Il mancato prolungamento. Non mi sarei mai aspettato di restare fermo così tanto dopo il mio infortunio. Stavamo parlando del rinnovo di contratto, i dottori mi dicevano che non avevo nulla di grave, ma avevo sempre tanto dolore. L'operazione è arrivata in ritardo, e questo si è rivelato un grande problema per me. Mi sono giocato la chance di restare all'Inter o di andare altrove. C'erano società che mi volevano, ma poi hanno mollato proprio per il mio infortunio. Ma ormai tutto questo fa parte del passato, non piango più. Detto questo, l'Inter ha fatto tanto per me. Ho ancora tanti amici a Milano. Di recente ho sentito Ausilio, gli ho detto che mi piacerebbe tornare in futuro".

MOMENTO COMPLICATO - "L'Inter attuale avrebbe avuto bisogno di più tempo per lavorare. Inoltre ci sono troppi stranieri e pochissimi italiani. Questo è un problema, ed era lo stesso quando c'ero io. Bisognerebbe essere sempre uniti, non per forza amici, ma uniti certamente. Il resto funziona, la società, la dirigenza e i vari staff, ma la squadra no. Proprio per il numero elevato di stranieri".

SOGNO - "Non ne ho uno in particolare, voglio solo stare bene fisicamente. Chiedo solo questo a Dio: non voglio più subire infortuni gravi".