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La rivoluzione di Marotta in tre punti: ecco come l’ad ha cambiato l’Inter in dieci mesi

Il lavoro di Beppe Marotta in nerazzurro sta già portando i suoi frutti

Daniele Vitiello

La rivoluzione condotta da Beppe Marotta all'interno dell'Inter in meno di un anno ha già portato i suoi frutti, come sottolinea il Corriere dello Sport di oggi. Tre le chiavi della strategia dell'amministratore delegato dell'aera sport nerazzurra. La prima è stata la scelta del nuovo allenatore: "Il rapporto di fiducia creato con la proprietà cinese gli ha permesso di indirizzare la scelta del nuovo tecnico, una figura che riteneva centrale per iniziare la nuova stagione in un certo modo. Ecco perché ha esonerato Spalletti, legato all’Inter da un contratto da oltre 5 milioni a stagione fino al 2021, e ha puntato su Conte. Sapeva che per arrivare all’ex ct era necessario uno sforzo economico monstre (in totale 34 milioni netti più bonus nel triennio 2019-22), ma siccome conosce il suo valore e il suo modo di lavorare, ha accettato di acquistare un giocatore in meno pur di averlo. «Il nostro top player è lui» ha detto l'ad. I risultati gli stanno dando ragione". 

In secondo luogo, Marotta ha voluto allontanare gli elementi più difficili da gestire dell'ultimo periodo: "Altra decisione non semplice, ma finora vincente, è stata quella di allontanare i giocatori più importanti della rosa 2018-19, Icardi, Nainggolan e Perisic. Tutti e tre, chi per un motivo, chi per un altro, non potevano più restare, ma al tempo stesso non avevano un mercato pari al loro valore. La scelta è stata quella di cederli a condizioni vantaggiose per chi li prendeva (prestito con diritto di riscatto) pur di risolvere il problema e di “bonificare” lo spogliatoio. Il resto lo hanno fatto gli acquisti: su Lukaku, aiutato da Conte, ha convinto la proprietà a fare un grande investimento, ma anche le altre operazioni (resta "in sospeso" Lazaro) si sono rivelate giuste". 

Non meno importante il ritorno di Lele Oriali: "L’ultima rivoluzione è stata a livello societario: alcuni dirigenti se ne sono andati, altri sono arrivati. L’innesto più importante è stato quello di Oriali, fedelissimo di Conte che sarebbe arrivato anche senza lo sbarco ad Appiano dell’ex ct vista la stima che lega Lele a Beppe. E poi c’è Ausilio: con lui Marotta ha creato un feeling importante e sul mercato i due hanno lavorato in simbiosi tanto che il ds rinnoverà a breve il contratto fino al 2022".

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